Il momento del recupero del Monaco con Matteo Attolico, Arianna Menzano e i Carabinieri forestali
L'avvoltorio Remigio. Foto Aree Protette Alpi MarittimeLa scorsa primavera un esemplare di avvoltoio monaco (Aegypius monachus) - una specie estinta in Italia da decenni - era stato segnalato nei pressi del Lago di Sampeyre, in Valle Varaita (Piemonte). Denutrito e indebolito, l’enorme rapace, il più grande d’Europa con un’apertura alare che può arrivare a sfiorare i tre metri, è stato recuperato dal personale delle Aree Protette Alpi Marittime, dai Carabinieri Forestali e dal CRAS ODV di Bernezzo, dove ha avuto inizio il lungo percorso di cura e riabilitazione.
Durante gli esami veterinari, l’animale è risultato privo di malattie o avvelenamenti: le sue condizioni di grave debilitazione erano dovute solo alla fame e alla fatica. Gli anelli identificativi hanno confermato la provenienza spagnola dell’esemplare, che è stato battezzato Remigio in omaggio a Remigio Luciano, fondatore e anima del Centro di Recupero di Bernezzo, scomparso di recente.
Dopo mesi di cure e allenamento al volo, lo scorso 18 agosto Remigio è tornato in libertà in Valle Stura, a Ferrere (Comune di Argentera). Per seguirne gli spostamenti, il CRAS ha dotato l’avvoltoio di un dispositivo GPS che ha permesso di monitorare in tempo reale il suo comportamento in natura.
Grazie ai segnali trasmessi dal localizzatore, gli esperti hanno seguito la rotta di Remigio per oltre un mese. L’avvoltoio ha attraversato le Alpi e la Francia, spingendosi fino alla Spagna, dove improvvisamente i dati di movimento si sono interrotti. Allertata dall’interruzione dei segnali, la rete di monitoraggio internazionale ha avviato le ricerche nella regione della Rioja, nell’est del Paese. I tecnici della Vulture Conservation Foundation (VCF), che ha collaborato al progetto, hanno purtroppo trovato l’animale già morto.
Le cause del decesso non sono ancora note: saranno chiarite da una necroscopia nelle prossime settimane.