Seconda femminile di 'End of silence' per Lara Neumeier

La scalatrice tedesca ha salito redpoint la multipitch estrema del Feuerhorn. Ora le manca solo Des Kaisers neue Kleider per completare la cosiddetta "Trilogia delle Alpi"

La cosiddetta Trilogia delle Alpi comprende le multipitch di altissima difficoltà Silbergeier, in Rätikon, End of silence, sul Feuerhorn e Des Kaisers neue Kleider, nel massiccio del Wilder Kaiser. Riuscire a salirne anche una sola rappresenta già una bella medaglia per uno scalatore, completare il trittico un traguardo decisamente prestigioso. 
Lara Numeier ha spuntato la seconda casella di tre lo scorso 26 agosto, quando è riuscita a ripetere End of silence, dopo che a giugno era stata capace di portarsi a casa la redpoint di Silbergeier.  End of silence conta 11 tiri per 360 metri, con difficoltà fino a 8b+. A oltre trent'anni dall'apertura di Thomas Huber, la multipitch tedesca è ancora una delle più impegnative e ambite dell'intero arco alpino. 
La salita di Lara è avvenuta il 26 agosto ed è appena la seconda femminile, tra l'altro a distanza di ben 13 anni dalla prima di Barbara Zangerl, nel 2012. Come ha spiegato la stessa Neumeier, l'importante traguardo è stato raggiunto in una estate che l'ha coinvolta a fondo nel progetto. “Alla fine di giugno, ad appena una settimana di distanza dall'avere chiuso Silbergeier, ero ancora carica di motivazione e già in viaggio verso End of silence. Insieme a Romy Fuchs siamo salite a piedi alla base della parete. L’avvicinamento è piuttosto lungo e la prima volta ci abbiamo impiegato due ore e mezza"
Le due scalatrici si sono messe subito all'opera. "In due giorni di arrampicata, con un giorno di riposo in mezzo, siamo arrivate fino all'ottavo tiro. Abbiamo combattuto con la roccia scivolosa e movimenti super complicati, che richiedevano delle sequenze molto precise". Il meteo avverso, affollamento in parete e una brutta infezione hanno poi messo i bastoni tra le ruote a Lara per ben tre settimane. Gli imprevisti però non hanno fatto altro che aumentare la determinazione della climber tedesca. "A metà agosto sono riuscita finalmente a tornare, questa volta con Tobi Ebner. Il nostro obiettivo era semplice: salire dal basso in giornata, giusto per provare tutti i singoli tiri. Ci siamo riusciti, ma non sono stata capace di fare il passaggio chiave sul nono tiro: un piccolo bidito, che mi ha ricordato il mio vecchio infortunio alla puleggia. Se non altro abbiamo fissato le corde per il fotografo, e due giorni dopo sono tornata su per spazzolare e segnare alcune prese. Una settimana più tardi, ho verificato di nuovo i tiri chiave con Manu Papert, ho capito le sequenze ed ero pronta per provare la via dal basso".
Insomma, con una settimana complessiva di lavoro, Neumeier si è "apparecchiata" la via per una redpoint tutt'altro che scontata, almeno a giudicare dai primi metri sulla roccia. "Il martedì seguente tutto è andato al posto giusto: c'erano condizioni perfette e tanta motivazione. Ciononostante, la giornata è iniziata con un vero momento di mer*a, quando sono caduta sul primo tiro, solo al secondo rinvio. Il mio compagno di cordata, Steffen Hilger, mi ha calato a terra, ho sfilato la corda, e sono ripartita, questa volta senza intoppi. Da quel momento ho chiuso ogni tiro al primo colpo e da capocordata”. Neumeier ha impegato complessivamente nove ore per completare la via.