Sentiero dell'Inglese e Sentiero Italia CAI, in cammino tra le bellezze dell'Aspromonte

La prima puntata del nuovo programma Rai “Sentieri” ha fatto scoprire ai telespettatori come percorrere ai piedi le montagne dell'estremo Sud del nostro Paese. Luoghi caratterizzati da un indiscutibile fascino e da una storia che inizia tre milioni di anni fa per arrivare ai giorni nostri. Li scopriamo insieme agli esperti del Cai Reggio Calabria
«Il "Sentiero dell’Inglese" è uno spettacolare cammino nell'area grecanica calabrese, che ripercorre le orme del celebre artista e scrittore inglese Edward Laer. Nel 1847 Laer era arrivato nell'allora Calabria Ulteriore Prima, per conoscere e scoprire questa terra quasi del tutto inesplorata da visitatori stranieri. Esterrefatto e rapito dalla bellezza dei luoghi, Lear scrisse un libro, "Diario di un viaggio a piedi", dove racconta il suo viaggio in Calabria».
Con queste parole Consolato Dattola, Referente escursionismo del Cai Reggio Calabria, presenta uno degli itinerari escursionistici più interessanti dell'Aspromonte, di cui si è ampiamente parlato nel corso della prima puntata del programma “Sentieri. La strada giusta”, andata in onda sabato scorso su Raiuno e dedicata proprio all'Aspromonte.

“Sentieri. La strada giusta”

Realizzato in collaborazione con il Club alpino italiano e condotto da Lino Zani, Margherita Granbassi e Giulia Capocchi, il nuovo programma Rai, della durata di un’ora, conduce i telespettatori sui percorsi escursionistici delle montagne italiane, con deviazioni per far scoprire i punti maggiormente d’interesse e gli aspetti peculiari delle aree circostanti. Le puntate in tutto sono sette, in onda sempre su Raiuno e Rai Italia il sabato alle 14, a partire dalla prima dell'1 aprile scorso.
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Panorami "aspromontani" sullo Stretto di Messina

Il “Sentiero dell'Inglese”

Tornando al “Sentiero dell'Inglese”, Dattola spiega come questo itinerario sia percorribile in sette giorni, da trascorrere immergendosi in una terra rurale. Il percorso inizia nel borgo di Pentidattilo e, dopo aver attraversato Bova, Palizzi e Pietrapennata, termina a Staiti.
«L'escursionista potrà visitare incantevoli borghi grecofoni, dove ancora si sente parlare il greco di Calabria, tra maestosi uliveti secolari, imponenti formazioni rocciose, affascinanti fiumare e, in alcuni tratti, incredibili affacci sul mare con vista sulla Sicilia e sull'Etna».
Lungo il “Sentiero dell'Inglese” non sono presenti punti di accoglienza.
«Proprio per questo motivo, una comunità locale gestisce l’ospitalità diffusa grazie alla collaborazione degli abitanti dei borghi, che mettono a disposizione abitazioni private dove è anche possibile assaggiare prodotti tipici di questi luoghi».
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L'Etna dal Sentiero Italia CAI "aspromontano" © Cai Reggio Calabria

La prima tappa calabrese del Sentiero Italia CAI

La puntata di “Sentieri” dello scorso 1 aprile ha dato spazio anche alla prima tappa del Sentiero Italia CAI in Calabria, che attraversa proprio l'Aspromonte. Dopo aver attraversato la Sardegna e la Sicilia, il grande percorso escursionistico “approda” infatti al porto di Reggio Calabria e, con una impegnativa tappa di 28 km, conduce l'escursionista dal livello al mare ai 1300 metri di Gambarie d'Aspromonte, località turistica tra le più note della zona.
«Lasciate le ultime case di Reggio Calabria, il Sentiero Italia CAI si inerpica verso la collina di Pentimele, dove si incontra un fortino di epoca umbertina costruito a difesa della città alla fine del 1800», afferma Dattola. «Il fortino è una sorta di porta di accesso all’Appennino Meridionale, a un territorio aspro e selvaggio, caratterizzato da sedimenti sabbiosi di origine marina e dal quale si possono ammirare meravigliosi panorami sullo stretto di Messina, le isole Eolie e l’Etna. Volgendo lo sguardo sul versante opposto, verso nord, non si può non notare il bellissimo Monastero delle suore della Visitazione, posto come balcone sullo stretto di Messina, raggiungibile dal Sentiero Italia con una variante di circa 3 km».
Superato il Passo della Serra, si entra nel Parco Nazionale d'Aspromonte, dove l'ambiente diventa tipicamente montano.
«Si cammina per circa 8 km su strada asfaltata, attraversando case sparse, campi coltivati e boschi di castagno, quercia e faggio, fino a giungere a Gambarie d'Aspromonte, dove è possibile trovare accoglienza al Rifugio Virdia del Cai Reggio Calabria».
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La balena di Ortì © Wikimedia Commons

Un'antica balena nei pressi del Sentiero Italia CAI

Nei pressi di questa prima tappa calabrese del Sentiero Italia CAI, sul Monte Chiarello, in località Ortì, a circa 700 metri sul livello del mare, si trova uno dei siti più importanti per quanto riguarda la paleontologia dei vertebrati in Calabria, di grande interesse per gli “addetti ai lavori” e non solo.
«Questo sito ha la caratteristica di rappresentare una spiaggia di 3 milioni di anni fa, nella quale si arenò una balena», spiega Antonella Cinzia Marra, professoressa associata di Paleontologia presso l’Università degli Studi di Messina e socia del Cai reggino. «Lo scheletro della balena fossile non è completo, e non è chiaro se lo spiaggiamento sia avvenuto mentre l’animale era agonizzante o se la carcassa, o parti di essa, siano state portate a riva dalla corrente».
Questa spiaggia, rimasta “fotografata” nella roccia, testimonia,
«il forte sollevamento tettonico dell’Aspromonte, che, in circa tre milioni di anni, ha portato in quota antiche spiagge e antichi fondali marini», continua la docente. «Questo dimostra che la zona è in continuo sollevamento. Percorrere il Sentiero Italia CAI all'inverso, scendendo di quota verso il mare, è come leggere un libro di storia geologica, si incontrano terreni sempre più giovani».
Rifugio Virdia Gambarie
Il Rifugio Virdia a Gambarie d'Aspromonte

Da bene della criminalità organizzata a rifugio Cai

Più sopra abbiamo accennato al primo posto tappa del Sentiero Italia CAI in Calabria, il Rifugio Riccardo Virdia a Gambarie d'Aspromonte. Ebbene, questa struttura ha una storia peculiare: si tratta infatti di un immobile confiscato alla criminalità organizzata, che la Città Metropolitana di Reggio Calabria ha assegnato al Cai reggino per farlo diventare un luogo al servizio della comunità.
«La messa in opera di questo ambizioso progetto rappresenta, per la nostra piccola Sezione, un punto di orgoglio molto significativo», afferma la presidente del Cai Reggio Calabria Augusta Piredda. «Costituisce infatti un esempio mirabile, il successo della conversione di un bene recuperato dalla criminalità organizzata per destinarlo a scopi socialmente utili».
Intitolato a un socio che perse la vita durante un'operazione di soccorso, il Rifugio Virdia vorrebbe diventare un presidio di accoglienza importante per tutta la rete sentieristica aspromontana, manutenuta dal Cai e dal Parco Nazionale d'Aspromonte.
«Un luogo che possa contribuire alla valorizzazione dei borghi interni abbandonati e, in sinergia con gli enti locali, alla promozione di attività culturali, corsi di educazione ambientale, sportivi e alpinistici propri delle competenze del Cai», continua Piredda. «Sentieri e rifugi, infatti, sono un binomio imprescindibile, la cui combinazione garantisce la buona fruibilità del territorio, con ricadute positive sull'economia locale grazie alle nuove forme di turismo lento e sostenibile».
L'obiettivo della Sezione è far diventare il Rifugio Virdia la base operativa per tutte le attività sezionali, in particolare quelle didattiche con le scolaresche, incentivando così la divulgazione della conoscenza della rete dei sentieri aspromontani e delle buone norme di fruizione, in particolare quelle relative all'orientamento e alla cartografia. Sarà inoltre sede di un piccolo museo - centro studi – mediateca - cartoteca sulla montagna, sul Club alpino italiano, sulla storia della Sezione di Reggio Calabria e del Sentiero Italia CAI, grazie all'allestimento di esposizioni permanenti e temporanee.
«Vogliamo dare vita a un luogo aperto a tutti, soci e non, turisti, studiosi e ricercatori», conclude la presidente del Cai Reggio Calabria. «Un luogo da cui trasmettere suggestioni e cultura, passione ed entusiasmo, un luogo di impegno civile responsabile e di coraggiose sperimentazioni che possano alimentare la “restanza”. Un luogo di testimonianza, da cui trasferire questo patrimonio di legalità ai giovani, perché possano sperimentare a loro volta la pienezza di un impegno civile e la ricchezza di una passione».
Per rivedere la prima puntata di "Sentieri. La strada giusta" clicca qui.