Gestione dell’emergenza e urgenza, medicina territoriale, assistenza ospedaliera, nuove tecnologie a servizio della comunità, telemedicina e reti tempodipendenti. Sono stati questi i temi attorno ai quali si è ragionato venerdì scorso a Feltre, in occasione del convegno patrocinato dal Cai "Salute oltre la città: soluzioni innovative per la sanità di montagna", organizzato da Motore Sanità e ULSS 1 Dolomiti.
Per gli organizzatori questo appuntamento sulla sanità di montagna e sui suoi futuri sviluppi vuole essere solo il primo di una serie di eventi annuali, per dare vita a un vero e proprio laboratorio di proposte/idee che coinvolgerà nel tempo sempre più gruppi di lavoro con l’obiettivo di disegnare la sanità della montagna di oggi e di domani. Lo scopo ultimo è quello di rispondere in maniera puntuale ed efficiente alle esigenze di chi vive le comunità montane.
«L'obiettivo di questo convegno e dei laboratori che seguiranno è quello di portare i servizi sanitari ad un livello di equità», spiega Giuseppe Dal Ben, Commissario ULSS 1 Dolomiti. «Vorremmo cioè sottolineare come sia importante per ogni cittadino poter sviluppare il miglior stato di salute possibile e il potenziale di salute che ha dentro di sé, al di là delle differenze che possono essere date dal contesto sociale in cui vive, lavorativo e abitativo. Da questo obiettivo generale andremo a sviluppare focus e laboratori specifici e creare così un vero e proprio appuntamento annuale con questo straordinario laboratorio di idee e di proposte per promuovere la sanità di montagna».
Relativamente allo sviluppo dei punti affrontati venerdì, Dal Ben commenta: «oggi abbiamo voluto fotografare lo stato attuale che direi è molto buono: abbiamo visto vari aspetti, la parte sociologica, finanziaria, di promozione della salute e la parte dei servizi. Stiamo facendo una fotografia da cui risulta che il sistema sanitario in aree montane o in aree interne ovvero lontane dalle città, è un sistema sanitario che tiene. Certo, si può sicuramente migliorare arrivando a portare la sanità il più vicino possibile a casa delle persone, che non vuol dire andare con l'ospedale dentro a casa ma dare la possibilità al cittadino di avere il più vicino possibile il servizio sanitario che gli serve. Le risposte che stanno emergendo sono nel complesso quelle di un sistema sanitario che è abbastanza vicino alla casa del cittadino, ma lo può essere ancora di più».