Trekking nel Gran Canyon d'Abruzzo: riaprono le Gole di Aielli Celano

Per il periodo estivo le Gole saranno aperte dal 19 maggio al 31 ottobre: per accedere è necessario prenotarsi sul sito del Parco Naturale regionale Sirente Velino, per evitare assembramenti e tutelare l'ambiente circostante. La leggenda, tramandata per secoli, narra che le Gole si sarebbero create alla morte di Gesù.
Gole di Aielli Celano, Parco Naturale regionale Sirente Velino, Facebook

Al Parco Naturale regionale Sirente Velino sono aperte le Gole di Aielli Celano, il cosiddetto Grand Canyon dell'Appennino centrale.

Il trekking lungo le Gole non è sempre accessibile: durante la stagione fredda, infatti, è chiuso al pubblico a causa di condizioni meteorologiche e per motivi di sicurezza. È ufficialmente aperto per il periodo estivo, nel periodo compreso tra il 19 maggio e il 31 ottobre.

 

L'ingresso alle Gole

Per accedere al Canyon d'Abruzzo, è necessario prenotarsi sul sito ufficiale dell'ente. La prenotazione serve sia per evitare che ci siano assembramenti sia per tutelare l'ambiente naturale delle Gole.

La prenotazione deve essere fatta scegliendo il senso di percorrenza: da La Foce a Val d'Arano o in senso contrario. Sono ammesse 80 persone su ogni singolo tratto, per un totale di 160 persone al giorno, suddivise per fascia oraria: 30 persone dalle 7.00 alle 10.00; 30 persone dalle 10.00 alle 13.00; 20 persone dalle 13.00 alle 15.00. 

Per accedere è necessario indossare un casco di sicurezza.

Gole di Aielli Celano, Facebook

Cenni storici alle Gole

Le Gole sono nell'Appennino centrale, tra i comuni di Celano, Aielli e Ovindoli, a metà strada tra Roma e Pescara. Insieme alla Val d'Arano e alla Serra di Celano sono uno dei 42 siti di interesse comunitario d'Abruzzo.

Le Gole sono caratterizzate da pareti rocciose erose dal tempo e dall'acqua, alte fino a 200 m. A scavarle per più di 4 km è il Rio La Foce, che confluisce nei canali artificiali della piana del Fucino. Durante le escursioni è possibile incontrare numerose specie animali, come il grifone e il gufo reale, il falco pellegrino, gli scoiattoli e anche qualche cinghiale. 

Non solo natura, anche tracce umane: lungo l'itinerario si passa per i ruderi del monastero celestiniano di San Marco alle Foci, uno dei più antichi d'Abruzzo.

Nel 1898, in un bollettino pubblicato dal CAI, vol. XXXI num. 64, c'è una sezione dedicata a Celano e alle sue grotte. Si legge: "Chi si trova a Celano non deve assolutamente omettere di percorrere le gole della Foce, poco conosciute: esse sono a piccola distanza dalla città, e non la cedono in nulla alle più celebrate della regione alpina. La visita completa però non è sempre agevole nè sempre effettuabile, perché occorre scegliere la stagione propizia, quando cioè il letto del rio La Foce che vi scorre è asciutto, ché altrimenti in certi punti le fole riescono impraticabili". 

Vista dall'interno delle Gole, Facebook

Dopo le informazioni su come raggiungere le Gole, il bollettino prosegue con la descrizione: "L'entrata delle gole si presenta come una fenditura nella roccia: sembra che lo scoglio roccioso si sia diviso in due parti. A destra s'erge roccioso il Monde tella Defensa, più oltre il Monte Etra, quindi il Monte Savina, i quali formano la parete orientale delle gole: l'occidentale è formata dal versante est del monte La Serra". 

Riporta anche una leggenda tramandata dai “montanari” dell'epoca: "Essi narrano che quando morì Gesù Cristo il monte di San Vittorino si divise in due parti, cioè in una parte più grande che sovrasta a Celano ed in una più piccola che guarda il comune di Aielli, e così si formarono le gole. Ogni passo poi nelle gole è famoso per una leggenda, o di Santi, o di tesori nascosti, o di briganti".