Una nuova via di misto per Iurisci, Gasparini e Danieli sul Pizzo Camarda

Nel Gran Sasso la cordata ha aperto Demetra (380m, II, M5+/M6, 90°, TD), salendo una linea che Iurisci aveva già notato 20 anni fa. «È stato un lungo viaggio, ma ne è valsa la pena»

Cristiano Iurisci, Luca Gasparini e Gianluigi Danieli hanno aperto la via di misto Demetra, sulla parete nord occidentale del Pizzo Camarda, nel Gran Sasso. L'itinerario ha uno sviluppo di 6 tiri, più altrettanti di cresta per uscire in cima. «È una storia lunga – ci spiega Iurisci- un'idea che risale addirittura a vent'anni fa. Siamo verso il Lago di Campostosto, vicino al Lago della Provvidenza. La prima volta che scalai su questa parete era anche la prima volta che arrampicavo in assetto invernale, una via che si chiama Il canto della pantera. Ho visto una linea che correva più o meno sullo spigolo, ma non c'era niente. Mi ero informato e per quanto si è riuscito a capire c'era stato solo un tentativo di una guida alpina, risalente agli anni '90».

 

G. Ranieri in apertura durante il secondo tentativo, terzo tiro © C. Iurisci

 

Iurisci è tornato parecchi anni dopo per aprire la via. «Era il 2013, ho fatto un tentativo ma non c'era ghiaccio, non abbastanza. Serviva un approccio moderno, di misto con picche, ramponi e una tecnica di un certo tipo. Di nuovo è passato molto tempo, e nel 2021 con Gianluca Nervegna e Luca Gasparini abbiamo fatto un nuovo tentativo, ma ci ha detto male il meteo. Troppa nebbia, non sapevamo cosa fare. Abbiamo provato il primo tiro, ma ci siamo accorti che era inchiodabile e pericoloso. Gianluca l'ha salito fino a quando è riuscito a fare sosta, solo perché non aveva alternative. Era forte fisicamente e libero mentalmente, ma quando è sceso ha detto che non ci sarebbe più voluto tornare».

 

Il terzo tiro © C.Iurisci

 

E siamo così al 2023: «Con Gianluigi Danieli e Luca Gasparini abbiamo fatto un nuovo tentativo, ma Luca non aveva tanto tempo e inizialmente si è defilato. Abbiamo trovato meteo migliore, ma non un gran ghiaccio. Le difficoltà, rispetto al 2021, sono passate da M4-M5 a M6-M7. Il primo tentativo ci ha esaurito, ma questa volta ci siamo portati il trapano. Siamo tornati dopo una settimana, anche con Luca e siamo riusciti a mettere insieme altri due tiri, sempre da capelli dritti. Al terzo tentativo infine ci siamo riusciti, anche se nella parte alta la neve non era buona. Siamo usciti verso le 16».

Il nome della via è legato al luogo. «Demetra è la dea della terra, e al di là del fatto che di terra ne abbiamo trovata anche in parete, il nome viene dal fatto che quella è una zona dove la gente viveva di un'economia rurale, ci sono terrazzamenti, coltivatori. Alla fine si può dire che siamo contenti: si tratta di una via molto logica e soddisfacente».

 

Foto di vetta © C. Iurisci