Le Alpi sullo sfondo di Torino - Foto di Luca da Pixabay
Foto di Pexels da Pixabay
Val di Susa - Foto Isiwal - Wikimedia Commons, CC BY-SA 4.0
Foto di Mircea Iancu da Pixabay
Bardonecchia - Foto di albertoderev da Pixabay
Foto di Jan Vašek da Pixabay
Cesana dall'alto - Foto Giuliofrr - Wikimedia Commons, CC BY-SA 4.0Il segnale telefonico va garantito a tutti i cittadini, ovunque si trovino o risiedano, dalle aree urbane a quelle rurali e montane. Questo il messaggio che Uncem (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani) si impegna da oltre un decennio nel diffondere e sostenere.
Nel 2019 è stata presentata da Uncem la prima mappatura delle aree del Paese senza copertura telefonica mobile, realizzata a seguito della raccolta di 1450 segnalazioni, inviate da parte di Sindaci, Amministratori locali e cittadini. L'iniziativa è stata successivamente rilanciata, per aggiornare i dati e tenere così traccia del "digital divide", il divario digitale nelle aree montane e interne d'Italia.
Un tema troppo a lungo posto in secondo piano, come evidenziava Uncem in occasione del rilancio della iniziativa di monitoraggio, nell'estate 2023: “Una cosa è certa, non possiamo intervenire, come Paese, solo lungo le linee dell’alta velocità AC/AV, dove il segnale manca. Serve un piano nazionale per coprire tutte le aree montane. Tutta l’Italia, anche quella più interna, remota, rurale, impervia”.
Ben lontani dall’obiettivo di raggiungere una omogenea e completa copertura telefonica, dalle istituzioni giungono segnali positivi, in termini di impegno nella risoluzione del problema. È il caso della Regione Piemonte, che ha previsto un corposo investimento per la realizzazione di infrastrutture, in particolare su nuovi pali per la telefonia mobile.
Come dichiarato nelle scorse settimane da Roberto Colombero, Presidente Uncem Piemonte, l’Assessore Regionale allo Sviluppo e promozione della montagna, aree interne e GAL, Marco Gallo, “ha previsto di investire 4 milioni di euro di fondi nazionali della montagna, regionalizzati”.
Vivere senza copertura telefonica
Secondo i dati raccolti, in Piemonte il numero di cittadini che vivono in aree prive di copertura telefonica, ammonta a circa 400.000. Un problema che affligge diverse province, compromettendo la connettività non solo in frazioni e piccoli comuni montani, ma anche in note località turistiche come Bardonecchia, Cesana Torinese e Ala di Stura.
Vivere in mancanza di una copertura telefonica e di rete, significa essere sottoposti a una serie di limitazioni. In primo luogo difficoltà di comunicazione quotidiana, con risvolti negativi in termini di sicurezza. O ancora il disporre di un accesso limitato ai servizi pubblici, come nel caso della prenotazione di visite mediche, da effettuarsi mediante uso di SPID o CIE. Vi è poi uno svantaggio economico, in quanto in queste zone diventa complesso, se non impossibile, promuovere attività mediante e-commerce, oppure svolgere lo smart working. Risulta inoltre impossibile gestire la didattica a distanza.
Sebbene restare, per brevi periodi, senza copertura telefonica e senza accesso a internet, possa rappresentare una fase di ristoro per la mente, convivere in maniera costante con tale limitazione, equivale a dover affrontare uno stato di isolamento culturale e sociale.
Un importante lavoro di squadra
L’investimento previsto di 4 milioni di euro, andrà sfruttato appieno, come sottolineato da Colombero, definendo delle priorità, e richiedendo agli Operatori di investire a loro volta risorse.
“È un percorso da fare con i Ministeri competenti – aggiunge il Presidente Uncem Piemonte, evidenziando la necessità di una cabina di regia - , in primis Affari regionali e Autonomie, Sviluppo economico e Dipartimento per la trasformazione digitale dove il Sottosegretario Alessio Butti sta facendo un grande lavoro con Uncem nazionale per i servizi nei Comuni. L’indice europeo di digitalizzazione sta migliorando grazie ai fondi PNRR. Da investire bene e da gestire a livello sovracomunale. La strada è tracciata”
L’impegno da parte del Governo, nel sostenere i Comuni in questa sfida al superamento del divario digitale, si esplica in una serie di iniziative già in corso d'opera, come il Piano 5G, finanziata con fondi del PNRR, che ha come obiettivo principale la realizzazione di nuove infrastrutture di rete 5G nelle cosiddette "aree a fallimento di mercato", ovvero aree in cui i provider di servizi di telecomunicazione, non hanno interesse a investire per espandere le proprie infrastrutture. O ancora il Piano 1Giga, finanziata con i fondi del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), che mira a portare la connettività in fibra ottica ultraveloce (almeno 1 Gigabit/s) nelle aree del Paese non ancora coperte da reti ad alte prestazioni.
“Ma pure gli Operatori delle telecomunicazioni devono investire sulle valli - rimarca Colombero - . Uncem li sollecita e prosegue nella mappatura delle aree piemontesi e italiane senza segnale”.