Gino Soldà, il film: tra scalate eccezionali e Resistenza partigiana

Al cinema il film Gino Soldà. Una vita straordinaria di Giorgia Lorenzato e Manuel Zarpellon. La vita di Soldà viene raccontata dalla voce del noto alpinista Simone Moro
La pianura veneta, con le industrie, i capannoni e il cemento, si propaga capillarmente, insidiando anche le più minute valli pedemontane. Viene arginata solo dai rilievi, dove si infrange come un’onda su una scogliera. Con la quota il paesaggio si trasforma radicalmente, inselvatichendosi, a volte anche in modo eccessivo a causa dello spopolamento e della conseguente incuria. Ciononostante, alcuni degli spruzzi sollevatisi nell’impatto tra le fluttuazioni orizzontali e le rocce verticali, sono riusciti a raggiungere pure le Prealpi, bagnandole (per fortuna senza comprometterne il carattere) di chiasso e speculazione infrastrutturale. Tra le strade di Valdagno, in provincia di Vicenza, nonostante gli sviluppi industriali si respira aria di montagna. Qui, l’8 marzo 1907, nacque Gino Soldà. Presto si trasferì con la famiglia a Recoaro Terme, ai piedi delle Piccole Dolomiti. Gino era un ragazzo agile e curioso: doti che lo porteranno, ancora giovane, a esplorare le montagne di casa; a setacciarne le pieghe, le linee, le vette. Appena diciassettenne, indossando un paio di braghe corte, scala in prima invernale solitaria la parete est del Baffelan, nel gruppo del Sengio Alto. Anche il suo talento sciistico non impiegherà molto a emergere. A soli 21 anni vince il Campionato di fondo della Divisione Alpina; nel 1932 viene chiamato a partecipare alle Olimpiadi invernali di Lake Placid. Nel frattempo, diventato guida alpina, aveva preso in gestione il rifugio, al tempo chiamato “De Pretto", al passo Campogrosso. Qui, all’ombra della Sisilla, maturerà la sua propensione per i terreni verticali. Il 25 agosto 1936, insieme a Franco Bertoldi, traccia sul Sassolungo una delle più rilevanti vie dell'anteguerra.  Appena tre giorni più tardi è ai piedi della Marmolada, con lo sguardo all'insù, rivolto verso la parete sud-ovest di Punta Penia. Questa volta è in compagnia di Umberto Conforto. Nella prima sezione della salita, i due seguono l'itinerario precedentemente individuato dalla cordata Castiglioni-Detassis, per poi proiettarsi verso la parte sommitale della parete, più esposta e mai scalata fino a quel momento. Arrivarono a toccare la vetta dopo tre giorni. L'ascesa fu accolta da un inaspettato clamore mediatico, tant'è che il Duce in persona consegnò a un Soldá, imbarazzato e visibilmente poco entusiasta, la medaglia d’oro al valore atletico. Arriva la Seconda Guerra mondiale. Arriva l'8 settembre 1943: l’Italia si spacca in due, si divide, e Gino, libero e umano, prese la strada dei monti per allontanarsi dal nauseabondo olezzo esalato dal fascismo, con le sue intimazioni, con la sua ridicola retorica, con le sue intolleranze. Entrato in clandestinità, mettendo a disposizione la sua esperienza in montagna aiuta Rinaldo Arnaldi e Torquato Fraccon nel delicato compito di far espatriare in Svizzera ebrei e ricercati e, con il supporto di Fraccon, fonda il battaglione Tordo Valdagno. Per risollevare il morale all’Italia mesta e claudicante del secondo dopoguerra, nel 1954 si misero i ramponi allo Stivale nella speranza di “conquistare” il K2. Soldà, nonostante i 47 anni, venne ingaggiato da Ardito Desio. Se Walter Bonatti, ventiquattrenne, era il più giovane della spedizione, Gino era il più anziano. Questo, tuttavia, non lo escluse dalla rincorsa alla vetta: il suo contributo giunse fino ai 7100 metri della Piramide Nera. Tornato dal Pakistan, continuerà a scalare, ad aprire nuovi itinerari, a ottenere importanti risultati sciistici, a professare il mestiere di guida alpina e quello di rifugista. L’ultima parete da lui superata fu quella dell’amato Baffelan, all’età di 78 anni. Morì quattro anni più tardi, l’8 novembre 1989.  Forse, per salutarlo, le montagne si erano vestite di bianco.  Di sicuro i faggi erano ancora rossi, pronti ad affrontare l’inverno con disinvoltura ed eleganza.
La locandina del film

Il film - Gino Soldà. Una vita straordinaria

Attraverso questi e altri episodi si snoda il film Gino Soldà. Una vita straordinaria di Giorgia Lorenzato e Manuel Zarpellon. Al film ha contribuito anche il CAI, concedendo alcune immagini di Italia K2. Nel film, la vita di Soldà viene raccontata dalla voce e del noto alpinista Simone Moro. Al seguente link è possibile vedere la programmazione del film. Ai Soci del Club Alpino Italiano in tutte le sale UCI Cinema è riservato uno sconto speciale sul biglietto di ingresso, dietro presentazione della tessera in corso di validità.