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Sarà la vetta di Punta Lamarmora (1834 m), il “tetto della Sardegna”, a ospitare sabato 20 settembre alle ore 12 l’evento straordinario dell’anno per il CAI Nuoro: la consegna del premio nazionale “Custodi delle Terre Alte” ai sindaci di montagna.
I riconoscimenti andranno ad Angelo Stocchino (Arzana), Cristian Melis (Desulo), Daniela Falconi (Fonni) e Alessio Seoni (Villagrande). Un premio che sottolinea il ruolo delle comunità locali come garanti della cura e della valorizzazione delle Terre Alte abitate.
La sezione di Nuoro, presieduta da Tonino Ladu, è stata scelta dal Comitato Scientifico Centrale del CAI tra i cinque vincitori su 400 sezioni e 300 sottosezioni in tutta Italia. Il progetto premiato riafferma l’alleanza tra il CAI e i custodi della montagna, con particolare riferimento al massiccio del Gennargentu, territorio che nei secoli ha conosciuto spopolamento e transumanza, trasformati oggi in opportunità di riscatto.
Scrive Tonino Ladu ai sindaci: «Il valore della presenza umana in montagna come concreto fattore di cura, valorizzazione delle Terre Alte abitate, la cui custodia è affidata alle comunità locali e alle loro istituzioni più vicine».
Il progetto si inserisce in una storia di lunga durata: proprio qui, su iniziativa del fonnese Peppino Cicalò, storico fondatore del CAI Nuoro, nacque decenni fa l’idea della “Montagna che unisce”, oggi ripresa e tradotta nel bando nazionale “Custodi delle Terre Alte”. Il lavoro della sezione si è consolidato negli anni attraverso il rapporto stretto con i comuni, la collaborazione con Forestas, la creazione del tratto sardo del Sentiero Italia CAI e del Sentiero del Beato Frassati, che presto diventerà santo.
La giornata prevede escursioni con partenza da quattro località – Ruinas (Arzana), S’Arena (Desulo), Bruncu Spina (Fonni) e Pira Onni (Villagrande) – guidate da soci CAI e amministratori locali. Oltre ai sindaci premiati, parteciperanno rappresentanti del CAI nazionale e regionale, istituzioni locali, Regione Sardegna, Agenzia Forestas, CNSAS, Diocesi e le quattro sezioni CAI sarde.
«Sulle pendici scoscese di Predas Crapias, sotto la croce di Don Vinante e sulle tracce di Lamarmora e Quintino Sella, passeranno leggeri i nostri scarponi. No retorica, sudore e fatica sì. Il CAI è strumento, protagoniste le comunità e i sindaci. Se c’è il premio nazionale, tra centinaia di proposte, è perché hanno colto l’originalità di questa sinfonia di montagna», ha commentato Matteo Marteddu di CAI Sardegna.