Prevenzione incendi boschivi, un convegno in Sicilia

SICILIA
Il convegno di Cammarata © Cai Sicilia

Una fitta mattinata di lavori per discutere di prevenzione incendi boschivi con esperti e addetti ai lavori, prima che scoppi la purtroppo ormai ricorrente emergenza stagionale. Su iniziativa della Sottosezione Cai dei Monti Sicani – Santo Stefano di Quisquina si è svolto nei giorni scorsi un importante convegno cui hanno partecipato i principali operatori istituzionali coinvolti nella lotta al fuoco nella provincia di Agrigento, territorio che interessa aree costiere e montane della Sicilia centro-occidentale. 

La locale sottosezione del Cai, guidata da Valentina Vinti, è riuscita ad organizzare un qualificato dibattito su una emergenza ambientale divenuta sempre più devastante (“Incendi boschivi: la sfida si chiama prevenzione?”), prima che si ripresenti come grave notizia di cronaca. Oltretutto confrontarsi sulla “prevenzione incendi” nel cuore della stagione fredda appare ancora più necessario considerato che la Sicilia è interessata da una delle più prolungate siccità degli ultimi 30 anni, che non accenna ancora a diminuire. 

Il convegno organizzato a Cammarata (AG) è stato moderato da Giuseppe Riggio, presidente regionale della Commissione tutela ambiente montano, mentre Filippa Spitale, ha portato i saluti del Consiglio direttivo di Cai Sicilia. Nel corso del convegno sono stati presentati tra l’altro i risultati di un accurato lavoro realizzato da Giuseppe Traina, per l’Osservatorio Cai sulle aree protette siciliane, dal quale si evince che in un decennio è stato bruciato oltre il 10 per cento della superficie regionale, con territori come quello della riserva dello Zingaro che è stato – nel periodo considerato- praticamente interamente percorso dal fuoco. Nel frattempo, si è registrato un aumento delle temperature medie regionali, che sono arrivate ad attestarsi oltre i 30 gradi per quasi 90 giorni durante il 2022. 

Un momento dei lavori © Cai Sicilia

Tutti i relatori hanno concordato che di fronte all’accentuarsi dei fenomeni occorre ripensare tutta l’impostazione della lotta agli incendi. Prevedendo ad esempio l’allungamento del periodo di mobilitazione dei lavoratori stagionali impiegati dalla Regione Siciliana, solitamente sino alla data del 15 ottobre. All’incontro organizzato in uno dei centri più importanti del comprensorio dei Monti Sicani, sono intervenuti anche i dirigenti regionali che si occupano della gestione del demanio e delle attività di controllo, insieme a un rappresentante della protezione civile. È emerso – tra l’altro- che una maggiore incisività dei controlli è legata all’utilizzo dei droni, la cui operatività è però delegata ai pochi agenti forestali “In divisa” che compongono un Corpo regionale ridimensionato da decenni di blocco delle assunzioni. 

Interessante l’intervento del professore Donato La Mela Veca, dell’Università di Palermo, che ha sottolineato la straordinaria gravità di quanto avvenuto negli ultimi anni, con la Sicilia che si colloca come “maglia nera” nella graduatoria italiana delle aree bruciate. «Occorre affrontare in un modo nuovo la gestione del territorio e in particolare delle aree boscate- ha spiegato il docente alla platea del convegno- non si può far finta che siamo in una situazione di semi-normalità». 

Al termine del convegno tenutosi a Cammarata la TAM regionale si è impegnata a presentare un documento di proposte operative da far avere entro poche settimane all’amministrazione regionale e alla rappresentanza politica.

Giuseppe Riggio
Presidente Commissione Tutela ambiente montano Sicilia