Osservatorio astronomico sulla Mufara, «il progetto è irrealizzabile»

Dopo l'uscita di notizie stampa «parziali e fuorvianti», le diramazioni siciliane di sette associazioni ambientaliste (tra cui il Cai Sicilia) motivano in una nota la propria posizione di contrarietà al progetto, previsto «non solo in piena zona A di tutela integrale del Parco delle Madonie, ma addirittura in area boscata e nelle fasce di tutela esterna a inedificabilità assoluta»
«Il progetto dell’osservatorio astronomico sulla Mufara è irrealizzabile, viola divieti di inedificabilità assoluta e distrugge natura e paesaggio. Si trovino soluzioni alternative possibili».
Queste le parole che si leggono nella nota congiunta delle diramazioni siciliane di sette associazioni ambientaliste (Club alpino italiano, Gruppi di ricerca ecologica, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Rangers d'Italia e Wwf), organizzatrici, la primavera dello scorso anno, della manifestazione per la tutela della Mufara. La nota ribadisce e motiva la posizione delle associazioni, «dinnanzi a notizie stampa parziali e fuorvianti».

Divieto assoluto di edificare

Il progetto proposto si estenderebbe su una superficie di 800 metri quadri, di cui 360 per un piazzale, con 3.540 metri cubi di volume edilizio e un’altezza di oltre 13 metri fuori terra, con annessa una pista carrozzabile per l’accesso alla sommità della Mufara. «Tutto questo non solo in piena zona A di tutela integrale del Parco delle Madonie, ma addirittura in area boscata e nelle fasce di tutela esterna a inedificabilità assoluta come recentemente ribadito dalla Corte Costituzionale che, con la sentenza n. 135 del 26 aprile 2022, ha dichiarato illegittime le norme regionali con cui si volevano cancellare i vincoli di tutela sulle aree boscate», affermano le associazioni che sottolineano come quanto scritto non venga raccontato. «Così come non si dice che a seguito della citata sentenza della Corte Costituzionale 135/2022, la Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Palermo, con provvedimento prot. 0015350 del 9 agosto 2022 (reso noto a ottobre del 2022) ha rilasciato, correttamente e inevitabilmente, parere negativo sulla realizzabilità dell’opera nel sito prescelto sulla Mufara».
Manifestazione mufara partecipanti
Alcuni dei partecipanti alla manifestazione per la tutela del Monte Mufara © Cai Sicilia

Vizi procedurali

Le sette associazioni proseguono sostenendo come sul piano giuridico l'opera sia «tutt'altro che strategica». Il progetto è stato infatti non è stato presentato seguendo le procedure delle opere pubbliche dichiarate di interesse nazionale, «ma allo Sportello Unico Attività Produttive dei comuni delle Madonie, gestito da un’altra società privata, la Sosvima, come un qualunque piccolo esercizio commerciale». Non solo, Club alpino italiano, Gruppi di ricerca ecologica, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Rangers d'Italia e Wwf confutano l'affermazione secondo la quale l'Ente Parco abbia autorizzato l’opera. «Ha solo rilasciato un parere preliminare per gli aspetti connessi alla valutazione di incidenza, mentre non ha rilasciato il nulla osta definitivo alla realizzazione dell’opera, preliminare al permesso di costruire di competenza esclusiva del Comune di Petralia Sottana. E non comprendiamo come il nulla osta e il permesso di costruire possano essere rilasciati ai sensi delle norme vigenti in un’area dichiarata a inedificabilità assoluta per legge e sentenza della Corte Costituzionale. È singolare poi che l’Ente Parco non abbia ritenuto di dovere controdedurre alle osservazioni di merito presentate dalle associazioni ambientaliste nel giugno 2022, adducendo interpretazioni procedurali».

Tentativi di aggirare i vincoli

«Tanto è irrealizzabile il progetto di cui si discute, che per cercare di aggirare i vincoli di legge gravanti sulla sommità della Mufara, invece di cercare soluzioni alternative sul piano progettuale, nella recente legge regionale di stabilità n. 2 del 22 febbraio 2023 è stato inserito l’articolo 38, inattuabile e non pertinente, perché fa riferimento a deroghe allo statuto del parco, che riguarda l’organizzazione degli uffici, gli organi e relative attribuzioni, e non la disciplina ambientale, ed è comunque in violazione della giurisprudenza costituzionale. Disconoscendo incredibilmente un’altra sentenza della Corte Costituzionale, la n. 172 del 5 giugno 2018, che ha dichiarato incostituzionale il tentativo proprio per la Sicilia di derogare con legge regionale ai vincoli e di fatto sottrarre dalla tutela paesaggistica le opere dichiarate di interesse pubblico dalla Giunta Regionale».
Manifestazione monte Mufara - 1
I partecpianti alla manifestazione per la tutela del Monte Mufara in cammino (aprile 2022) © Cai Sicilia

Le conclusioni delle associazioni

Tutto questo per dire che «con questo modo di procedere si alimenta solo il contenzioso e non la ricerca di soluzioni alternative e ragionevoli».
Le associazioni ambientaliste ribadiscono di non essere contrarie alla previsione di un osservatorio astronomico sulle Madonie né tanto meno alle attività di ricerca scientifica, ma «vanno rispettate le leggi di tutela ambientale e paesaggistica e la Mufara va preservata da simili opere (strade, piazzali, volumi edilizi) che la distruggerebbero irrimediabilmente. Non ci sono alternative: o si cambia sito rispetto alla Mufara ubicando l’osservatorio in aree non vincolate a inedificabilità assoluta e lontano dai boschi, o il progetto deve essere totalmente rivisto, eliminando dalla sommità della Mufara volumi edilizi e opere che nulla hanno a che vedere con la struttura del telescopio e salvaguardando l’integrità delle aree boscate».

Contrario anche il Cai nazionale

Anche il Cai centrale ha da tempo espresso le proprie perplessità sul progetto. L'attuale Presidente generale, Antonio Montani, nell'aprile 2022 ha partecipato alla manifestazione per la tutela della Mufara citata in apertura. Risale al 13 maggio 2022, poi, la lettera, firmata dall'allora Presidente generale Vincenzo Torti, che chiedeva l'apertura di «un'ampia fase pubblica di riflessione, finalizzata all'individuazione di un'altra area che, pur soddisfacendo le caratteristiche tecnico-scientifiche necessarie al progetto, non incida in maniera impattante sul tipico ambiente mediterraneo di cui il monte Mufara è un chiaro esempio». Mario Vaccarella, Coordinatore delle attività ambientali del Cai afferma:
«Seppur d’accordo alla realizzazione di un Osservatorio astronomico sulle Madonie, non riteniamo etico e in linea con il nuovo art.9 della Costituzione fare un simile danno e oltraggio al Monte Mufara. Il sito è già sede di una sciovia dagli anni '60 e di una cupola-osservatorio, dunque c'è un alto rischio di “cumulo e carico”di impianti e insediamenti, in una zona a inedificabilità assoluta, zona A di riserva integrale boscata e sito Natura 2000».