"Un altro Appennino è possibile" in presidio per il Corno alle Scale

Un presidio per ribadire la posizione di netta contrarietà alla seggiovia sul Corno alle Scale. L’appuntamento è previsto per domenica 26 settembre
Un presidio per ribadire la posizione di netta contrarietà alla seggiovia sul Corno alle Scale. Il comitato "Un altro Appennino è possibile", di cui fa parte anche il Cai Emilia Romagna, illustrerà i motivi della sua opposizione all'infrastruttura.

Per ribadire la contrarietà alla seggiovia

Nel corso della giornata ci saranno animazioni e narrazioni, oltre a interventi di guide ambientali e naturalisti sugli ecosistemi protetti del Corno alle Scale. L’appuntamento è previsto per domenica 26 settembre alle ore 9:30 al parcheggio del Rifugio Cavone (Lizzano in Belvedere) per poi raggiungere il Lago Scaffaiolo alle 12:30. Una posizione rafforzata dal pronunciamento del Consiglio di stato che ha ritenuto fondate le argomentazioni del comitato. Infatti, “Un altro Appennino è possibile” aveva chiesto una domanda di sospensiva del provvedimento con cui la Regione Emilia-Romagna aveva ritenuto non necessaria la sottoposizione a Valutazione di Impatto Ambientale del progetto.
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Veduta del Corno alle Scale © Andrea Garreffa
Il Consiglio di Stato ha disposto che il tribunale amministrativo di Bologna si occupi dell’approfondimento dei motivi dell’impugnazione del provvedimento regionale. Dall’obbligo di sottoporre il progetto alla Via, alla definizione di nuova costruzione dell’intervento di realizzazione della seggiovia. Al contrario la Regione e il comune di Lizzano in Belvedere sostengono che si tratta di una modifica o di un’estensione dell’impianto già esistente. A marzo scorso il comitato aveva lanciato la campagna di crowdfunding “Questa è la VIA!”, per sostenere le spese necessarie alla presentazione della domanda di sospensiva del provvedimento, con l’obiettivo di raccogliere 7000 euro in tre settimane. La cifra a conferma della grande attenzione all’impatto ambientale,  è stata raccolta in tre giorni e poi raddoppiata, con centinaia di donatori. «Se solo pensiamo agli oltre 200 impianti sciistici al di sotto dei 2000 metri che tra le alpi e gli appennini sono completamente abbandonati, se pensiamo a quanto in questi ultimi anni si è detto a livello mondiale sulla decarbonizzazione e  sulla necessità di ridurre  gli sprechi, l’invito ad utilizzare le risorse con oculatezza e nel rispetto della natura, di cui facciamo parte e non ne siamo i padroni,  e poi vedersi in prima pagina riproposte soluzioni che nulla di ecosostenibile hanno, lascia l’amaro in bocca. Il Cai è una sentinella del territorio, non manca e non mancherà di segnalare situazioni anomale e quindi, faremo sempre sentire la nostra voce, nella speranza che poi venga ascoltata», ha dichiarato il Presidente del Cai Emilia Romagna Massimo Bizzarri.