Seggiovia sul Corno alle Scale, il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso del comitato "Un altro Appennino è possibile"

Il Tribunale amministrativo di Bologna deve approfondire i motivi dell’impugnazione del provvedimento con cui la Regione aveva ritenuto non necessaria la sottoposizione a VIA  del progetto
Con un’ordinanza, depositata il 30 luglio, il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso in appello delle associazioni che fanno parte del Comitato “un altro Appennino è possibile”. Tra queste, anche il Cai Emilia-Romagna. Le associazioni che si battono contro la costruzione di una nuova seggiovia sul Corno alle Scale, nell’appennino emiliano - romagnolo avevano presentato al Tar, una domanda di sospensiva del provvedimento con cui la regione aveva ritenuto non necessaria la sottoposizione a Valutazione di Impatto Ambientale  del progetto. il 13 maggio scorso, il Tar aveva però respinto l’istanza.

Una nuova costruzione

Ora però, il Consiglio di Stato ha disposto che il tribunale amministrativo di Bologna si occupi dell'approfondimento dei motivi dell’impugnazione del provvedimento regionale. Dall’obbligo di sottoporre il progetto alla Via, alla definizione di nuova costruzione dell’intervento di realizzazione della seggiovia. Al contrario la Regione e il comune di Lizzano in Belvedere sostengono che si tratta di una modifica o di un'estensione dell’impianto già esistente.
«Il Consiglio di Stato ha richiamato un precedente giurisprudenziale che presenta tratti di analogia con il nostro caso in quanto un intervento, ritenuto di adeguamento tecnologico di un impianto sciistico esistente comportava, in verità, un allargamento dello stesso con invasione di una zona di tutela ambientale. Questo è esattamente il caso della nuova seggiovia al Corno alle Scale. Infatti il progetto prevede un’estensione dell’impianto su un’area incontaminata e la nuova stazione di arrivo è posta entro l’area contermine del Lago Scaffaiolo, oggetto di tutela paesaggistica», fanno sapere dal comitato in un comunicato stampa.
Il Comitato e le associazioni che hanno firmato il ricorso in appello «si dichiarano soddisfatte, e ritengono l’ordinanza del Consiglio di Stato un passo importante per fermare questo inutile e dannoso progetto che guarda al passato e aprire la strada a progetti capaci di guardare al futuro».