“Un pasteur” ha vinto la Genziana d’Oro al 72esimo Trento Film Festival

Si aggiudica la Genziana d’oro Miglior film di alpinismo, popolazioni e vita di montagna - Premio del Club alpino italiano “Le fils du chasseur” di Juliette Riccaboni
Un fotogramma del film © Trento Film Festival

La Giuria internazionale del 72. Trento Film Festival ha assegnato al film “Un pasteur” di Louis Hanquet t (Francia/2024/71') la Genziana d’oro Miglior film - Gran Premio “Città di Trento”.  I premi sono stati annunciati in una conferenza stampa al quale ha partecipato anche il Presidente generale del Cai Antonio Montani.

«Il film offre l’ipnotizzante ritratto di un giovane uomo e della sua scelta esistenziale, capace di lasciarci tutti ammirati. Il regista cattura diversi momenti nella vita di Felix, circondato dai suoi animali, siano essi cani o pecore, di cui sa prendersi cura in maniera sensibile e attenta. Nella visione d’insieme che ci offre, Un pasteur ci richiama al rispetto e all’umiltà di fronte a una comunità composta da animali, uomini e natura che coesistono in armonia»: questa la motivazione della Giuria.

Si aggiudica la Genziana d’oro Miglior film di alpinismo, popolazioni e vita di montagna - Premio del Club alpino italiano “Le fils du chasseur” di Juliette Riccaboni (Svizzera/2023/54'), un film che «presenta la commovente vicenda di un giovane svizzero di origini marocchine animato 1 dal desiderio di rientrare in contatto con il padre. La sua ricerca incontra momenti di straordinaria verità sulla vita del padre e del suo vecchio amico Charlot, riconnettendo il pubblico a tutti coloro che, in un modo o nell’altro, vengono lasciati indietro nella società». Una menzione speciale è stata assegnata a “Marmolada – Madre Roccia” di Matteo Maggi e Cristiana Pecci (Italia/2024/76’).
 

Un fotogramma del film “Le fils du chasseur” copyright Akka Film 

La Genziana d’oro Miglior film di esplorazione o avventura - Premio “Città di Bolzano” è andata a “The Great White Whale” di Michael Dillon (Australia/2023/104'), «per il coraggio, l'intraprendenza della troupe, il clima di cameratismo che traspare dai racconti dei protagonisti e l'uso sapiente degli archivi. The Great White Whale non è solo il primo tentativo riuscito di scalare la vetta del Big Ben. È anche il valore metaforico di un orizzonte lontano da percorrere collettivamente, facendo tesoro delle esperienze di chi ci ha preceduto nelle stesse sfide. Ci ricorda che non c'è niente di più rischioso del non fare nulla e che quello che rimpiangeremo quando saremo troppo stanchi e vecchi sono le possibilità non colte».

«La nuova avventura documentaria di Henna Taylor racconta la scalata del Dunn-Westboy Direct sul Longs Peak, portata a compimento da Madaleine Sorkin nel corso di un’intera giornata in parete. Una narrazione accorata, che tiene conto dei continui tentativi della Sorkin di raggiungere la vetta senza mai cadere». Con questa motivazione la Genziana d’argento - Miglior contributo tecnico – artistico è stata assegnata a “Body of a Line” di Henna Taylor (Stati Uniti/2023/10'). La Genziana d’argento - Miglior cortometraggio è andata invece a “Postcards from the Verge” di Natalia Koniarz (Polonia/2023/40'): «la storia intima di due giovani filmaker viaggiatori.«Durante la loro avventura attraverso le Ande incontrano molte difficoltà impreviste, dalla pandemia di Covid ai valichi di frontiera»

Una menzione speciale è stata assegnata a “Silent Panorama” di Nicolas Piret (Belgio/2024/5'). Il Premio della Giuria è stato assegnato infine a "Diciassette" di Thomas Horat (Svizzera/2023/17'), con questa motivazione: «La storia degli uomini, delle donne e la memoria dei luoghi armoniosamente si combinano nelle parole di Antonietta. I suoi ricordi ci riportano al momento in cui in Italia è stata necessaria una scelta. Diciassette ci dice come la scelta dell'antifascismo di una giovane partigiana abbia consapevolmente contribuito alla libertà delle generazioni che seguirono».

«C’è un filo conduttore che lega le scelte della Giuria, un filo che si snoda nella narrazione psicologica dei protagonisti e nel loro rapporto con i luoghi: non solo fondali di scena, ma motori di percorsi intimi e complessi», ha detto la direttrice della rassegna, Luana Bisesti.

«Sono doppiamente felice per l'assegnazione della Genziana d'oro Gran Premio “Città di Trento” a Un pasteur di Louis Hanquet, primo perché è un film importante che racconta la scelta radicale di un ragazzo salito con il suo gregge e i suoi cani in montagna, lontano da tutti ma senza mai essere veramente solo; secondo perché Hanquet è un esordiente alla regia» ha concluso Mauro Gervasini, responsabile del programma cinematografico. 

Premio del pubblico al miglior film di alpinismo a “Monte Corno”

"Monte Corno" © Visioni Future

Il Premio del pubblico Miglior Film di Alpinismo – Rotari è andato a Monte Corno - Pareva che io fussi in aria di Luca Cococcetta (Italia/2024/72'), prodotto da Visioni Future. Il Club alpino italiano è main sponsor del film, che vede inoltre il contributo della Direzione generale Cinema e audiovisivo.

Il film racconta la vicenda di Francesco De Marchi, che il 19 agosto del 1573 scala, con una piccola spedizione, la vetta impervia e rocciosa del Corno Grande, sul Gran Sasso, realizzando un’impresa epica per il suo tempo: raggiungere una vetta per la curiosità di salire su quella che lui riteneva essere la montagna più alta d’Italia. Narrato dalle stesse parole di Francesco De Marchi, con una dettagliata ricostruzione, il film racconta la scalata attraverso immagini spettacolari della salita sulla roccia calcarea del Corno Grande.

Classe 1982, Luca Cococcetta nasce e studia a L’Aquila. Nel 2008 vince le selezioni per corso propedeutico di regia del Centro Sperimentale di Cinematografia a Roma e dal 2010 inizia a produrre cortometraggi e documentari con la sua casa di produzione Visioni Future.