È chiamato da alcuni il "costruttore di cammini" perché ne ha ideato e realizzato uno che collega Norcia a Montecassino. Un percorso di riflessione e ricerca di sé che passa attraverso la bellezza dei sentieri e dei piccoli borghi, scrigni di tesori artistici e culturali
Norcia e Montecassino sono unite da una linea rossa ideale che attraversa l'Umbria e il Lazio per ben 304 km: è il Cammino di San Benedetto, che si sviluppa per 16 tappe, pensato e realizzato da Simone Frignani: è lui "il "costruttore di cammini". "È un percorso spirituale e di fede. È nato perché ho creduto nella mia idea ed ho trovato persone disponibili lungo la strada".
Da sempre appassionato di trekking e cicloturismo – ha ideato anche il percorso Italia Coast to Coast, più di 400 km da Portonovo sull'Adriatico a Orbetello sul Tirreno – nel 2008 Simone si è avvicinato al monachesimo ed è nata in lui l'esigenza di cercarsi in nuovi orizzonti: ha studiato la vita di San Benedetto e i luoghi più simbolici – Norcia, Subiaco e Montecassino – ha esplorato boschi e sentieri, e ha creato una fitta rete di relazioni con le persone del luogo: "trascorrevo le notti a pensare al percorso. In fase di ricognizione dormivo in natura. Nel bosco sto bene, mi rigenero. Quando ho avuto bisogno di ritrovarmi, sono sempre andato in montagna. Sono partito da solo per tracciare il Cammino e oggi faccio parte di una grande famiglia. Era proprio questo che cercavo".
Questo senso di comunità è oggi un tratto distintivo del percorso: nel 2014 sono nati gli "Amici del Cammino di San Benedetto" – associazione di cui Simone è presidente – per tutelare e promuovere il percorso e offrire aiuto e ospitalità a tutti i pellegrini lungo ogni tappa.
Tutti, dai più piccoli ai più grandi, possono mettersi sulle orme di San Benedetto. Per farlo servono uno zaino ben carico, la credenziale – il passaporto del pellegrino – e tanta voglia di camminare alla scoperta di nuovi panorami interiori.
Il Cammino attraversa sia paesi piccoli, estranei al turismo di massa, ma con una ricca eredità – in termini di tradizioni, arte e storia – da donare al camminatore curioso e appassionato, sia sentieri nella natura. Simone ha scelto così perché "camminare in questi luoghi è un'esperienza rigenerante, ti permette di vivere la dimensione del silenzio per più giorni e di eliminare tutte le sovrastrutture, rendendoti una persona nuova".
Oltre al benessere spirituale, il Cammino fa bene anche all'ambiente e al patrimonio artistico: ogni anno in primavera gli Amici del Cammino organizzano il plogging, pratica svedese per ripulire le strade e i sentieri: "I camminatori sono molto rispettosi. A volte loro stessi chiedono che monumenti antichi in stato di abbandono siano tutelati e restaurati e i comuni si attivano per prendere finanziamenti".
Il fenomeno dei cammini in Italia, che si tratti di esperienze di fede o laiche, cresce di anno in anno. Secondo lo studio "Italia, Paese dei Cammini" di Terre di Mezzo, sono in aumento sia i camminatori – si è passati da 20.000 nel 2017 a 85.000 nel 2022 – sia le organizzazioni che gestiscono i cammini. Per Simone questo successo deriva dal "bisogno di ritrovare noi stessi, di portarci nella quotidianità e di creare legami autentici. Un cammino ti da pace ed è un'esperienza di amicizia e fratellanza".