Il Parco nazionale della Maiella compie 30 anni

Trent'anni fa, il 5 giugno 1995, è stato istituito l'Ente Parco che gestisce il Parco nazionale della Maiella. Area protetta ma anche nel sistema dei geoparchi mondiali UNESCO. Scrigno di biodiversità e culla dell'uomo sin dalla preistoria. Oggi compiono 30 anni anche il Parco del Gran Sasso e Monti della Laga, il Parco del Vesuvio, il Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, e il Parco nazionale del Gargano
Parco Nazionale della Maiella, Wikimedia
Parco Nazionale della Maiella

C'erano una volta aree naturali da tutelare; un patrimonio di biodiversità da non corrompere; piante endemiche, come l'androsace abruzzese o l'astralago aquilano, e piante rare, come il giaggiolo della Marsica o il glasto dell'Appennino, a rischio di estinzione; animali dall'esistenza minacciata, come la vipera dell'Orsini o l'aquila reale. C'erano una volta e ci sono ancora, grazie all'istituzione del Parco nazionale della Maiella, avvenuta il 5 giugno 1995, tramite Decreto del Presidente della Repubblica - D.P.R.. Da allora, il parco è stato incluso anche nel sistema dei geoparchi mondiali UNESCO.

Oggi il Parco compie 30 anni e festeggia il suo anniversario all'Abbazia di Santo Spirito al Morrone a Badia Morronese, in provincia di Sulmona.

 

L'evento

Si inizia alle 10.00 con gli interventi istituzionali: all'evento infatti ci saranno il presidente del Parco Lucio Zazzara, il presidente della Giunta Regionale Abruzzo Marco Marsilio e il direttore generale del Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica Francesco Tomas. A questi, si aggiungono i contributi di rappresentanti culturali, accademici e politici. 

Locandina dell'evento, Facebook

Seguirà la proclamazione delle nuove Guide Ufficiali del Parco e la benedizione di S.E. Mons Michele Fusco, vescovo della diocesi di Sulmona-Valva. Come in ogni anniversario che si rispetti, ci sarà anche un momento musicale, a cura del Coro della Virgola, diretto dal Maestro Pasquale Veleno. 

Nel pomeriggio tavole rotonde e incontri di approfondimento per discutere di governance e paesaggio del Parco.

A conclusione della giornata celebrativa, un aperitivo e uno spettacolo teatrale: "I miei sogni sono stati tutti sulla Maiella" a cura di Marcello Sacerdote dell'Associazione Cunta Terra.

 

Tra storia, natura e presenza umana

Il Parco nazionale della Maiella si estende per 74.095 ettari di terreno, suddivisi tra 39 comuni tra le province di L'Aquila, Chieti e Pescara. Il suo simbolo è il lupo appenninico.

Parco nazionale del Gran Sasso e dei monti della Laga, Wikimedia
Parco Nazionale del Gran Sasso

Il territorio è composto per la maggior parte da montagne che superano i 2000 metri. Tra questi, il massiccio della Maiella, il secondo più alto degli Appennini, i monti Morrone, Porrara, Pizzalto e Rotella. La cima più alta è il monte Amaro, con i suoi 2793 metri.

Il parco è un vero scrigno di biodiversità: la maggior parte dei mammiferi d'Abruzzo, e buona parte di quelli italiani, si trova nel parco. Tra gli animali che ospita ci sono il lupo appenninico, l'orso bruno marsicano, il cervo, il camoscio appenninico e l'aquila reale. Quanto alla flora, sono state censite oltre 2100 specie e sottospecie, la maggior parte di quelle presenti in Abruzzo. Ci sono cinque specie endemiche esclusive dell'area protetta: la Soldanella del Calcare e il Fiordaliso della Majella, la Pinguicola di Fiori, la Radicchiella della Majella e il Ranuncolo multidentato.

L'area è inoltre stata abitata dall'uomo sin dal Paleolitico, come è stato possibile accertare nei siti di Valle Giumentina, Grotta degli Orsi e Grotta del Colle. Gli uomini preistorici raccoglievano i prodotti della terra, cacciavano i grandi mammiferi e creavano arnesi con materie prime naturali, come la selce. Dalle grotte ai villaggi, quando l'uomo è diventato sedentario: la pastorizia è diventata allevamento, le grotte luoghi per cerimonie sacre e di sepoltura e si viveva nelle capanne. Dell'"Uomo della Maiella" sono stati trovati scheletri completi di cranio, come quello del 1914 in località Fonti Rossi di Lama dei Peligni. Oltre alle ossa, sono stati trovati anche vasi e altri manufatti ceramici.

Tra cime alte e paesaggi selvaggi spiccano anche eremi e chiese dove, nei secoli, si sono rifugiati gli uomini in preghiera. Alcuni tra questi sono il complesso rupestre di San Liberatore, Madonna dell'Altare, l'eremo di Sant'Angelo di Lama dei Peligni, San Pietro del Morrone, San Giovanni all'Orfento, perfettamente conservati nel tempo. Tra le figure più celebri che hanno attraversato la Maiella c'è Pietro Angelerio, noto come l'eremita Pietro da Morrone, che ha viaggiato sul dorso di un asino, scortato da Carlo D'Angiò nel 1294, dall'eremo del Morrone fino a L'Aquila per essere incoronato papa Celestino V.

Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano, Wikimedia
Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano

Come nasce il Parco

A dicembre 1991 è stata approvata la legge quadro sulle aree protette, la 394/1991, dopo circa un secolo di attesa. Il primo disegno di legge risale infatti al 1920 quando il ministro per la Pubblica Istruzione, Benedetto Croce, si esprimeva così in Senato: "È nella difesa delle bellezze naturali un altissimo interesse morale ed artistico che legittima l'intervento dello Stato e si identifica con l'interesse posto a fondamento delle leggi protettrici dei monumenti e della proprietà artistica e letteraria".

All'epoca non si parlava ancora di salvaguardia della biodiversità e degli ecosistemi, anche se già la Società Botanica Italiana, nel 1911, aveva parlato di protezione della flora.

Questa legge, nel 1991, aveva individuato la Maiella tra le aree da tutelare, istituendo il Parco nazionale. Per l'operatività concreta bisognerà aspettare giugno 1995, con il D.P.R. 5 giugno, per l'istituzione dell'Ente parco nazionale, con personalità di diritto pubblico. 
 

Non solo il Parco della Maiella

Il Parco della Maiella non è l'unico a compiere 30 anni oggi. Insieme a lui, anche il Parco del Gran Sasso e Monti della Laga, il Parco del Vesuvio, il Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, e il Parco nazionale del Gargano.

Parco Nazionale Vesuvio, Wikimedia
Il Vesuvio

Il Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga si estende lungo 141-341 ettari di superficie tra i comuni delle province de L'Aquila, di Teramo, di Pescara, di Rieti e di Ascoli Piceno. Il suo simbolo è il camoscio appenninico. 
Il Parco nazionale del Vesuvio si sviluppa lungo il complesso vulcanico Somma-Vesuvio. Nasce per conservare i valori del territorio e dell'ambiente e per salvaguardare animali, piante e singolarità geologiche. Un Vesuvio stilizzato è il simbolo del Parco.

Il Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni viene istituito nel dicembre 1991, mentre l'Ente che lo gestisce nasce nel 1995. L'area protetta si estende nella provincia di Salerno per circa 180mila ettari. Due anni dopo, nel 1997, diventa Riserva della Biosfera MAB dell'Unesco mentre nel 2010 diventa Geoparco della rete europea e Mondiale. Il simbolo del parco è la Primula di Palinuro, specie endemica delle falesie a sud di Palinuro.

Parco nazionale del Gargano, Wikimedia
Il Parco Nazionale del Gargano

Infine, il Parco nazionale del Gargano si estende lungo 121.118 ettari in Puglia, nella provincia di Foggia. Rappresenta un caso particolare perché, nonostante sia stato costituito nel 1995, da trent'anni è ancora privo di Regolamento, di Piano e del Piano pluriennale economico e sociale. Il suo simbolo è il capriolo garganico.