Compleanno a 6000 metri. Giorni 11-20
Dopo due giorni di riposo, siamo pronti per muoverci in verticale. La nostra meta è il passo Sim La e dopo tre giorni di acclimatamento siamo tornati al campo base proprio il giorno del mio compleanno! Mi sono svegliato con un’alba strepitosa a 6000 metri e una vista incredibile sull'Ogre. Poi, al nostro ritorno al campo base, i cuochi mi hanno sorpreso con una torta speciale per festeggiare. Le cose non potrebbero andare meglio! Ci sentiamo in forma e siamo ben acclimatati, ma il meteo non ci dà tregua. È una situazione di attesa e pazienza, ma sappiamo che è importante rispettare le condizioni per garantire la nostra sicurezza. Nel frattempo, continuiamo a mantenere alti i nostri spiriti e ci occupiamo delle nostre attività quotidiane. Utilizziamo questo tempo per rilassarci, riflettere e prepararci mentalmente attendendo il giorno in cui potremo riprendere il nostro percorso.
Al campo base tra pioggia e speranze. Giorni 5-11
È passato un po' di tempo dal nostro ultimo aggiornamento, ma i giorni trascorsi sono stati intensi. Molte cose sono accadute durante l’avvicinamento al campo base.
Dopo una notte di pioggia, siamo rimasti bloccati al campo di Lamidopka, a 4150 metri. La pioggia era così intensa che i portatori non potevano continuare la salita. Quindi, abbiamo dovuto aspettare che il tempo migliorasse e con noi anche i nostri compagni d’avventura. Mentre io, Symon, Silvan e François ci riposiamo e attendiamo i nostri cuochi pregano nella speranza di un cambiamento delle condizioni, ma purtroppo il meteo non ci da tregua, così siamo costretti a fare dietrofront per un’ora e mezza, fino al campo base utilizzato da Thomas Huber per la sua salita. Dopo settimane di spedizione erano riusciti nella salita dell’Ogre III. Thomas Huber, Iwan Wolf e Urs Stöcker. Un successo eccezionale. Simile a quanto compiuto da Hayden Kennedy e Kyle Dempster, con la terza salita assoluta dell’Ogre aprendo una nuova via sul versante meridionale. Durante l’avvicinamento, in un momento di tregua, abbiamo pensato di fare visita al loro campo, ma l’abbiamo trovato franato. In una finestra di meteo più favorevole finalmente abbiamo raggiunto il campo base ma le condizioni restano instabili e così scegliamo di dedicarci con cura alla sistemazione di tende e vettovaglie. La montagna sembra incombere su di noi, gigante. Per fortuna la vita al campo base è piacevole e rilassante. Il nostro cuoco si chiama Hassan e fa addirittura la pizza! Uno degli aiutanti cuochi si chiama Rias ed è abile con l'inglese, il che rende la comunicazione più facile. L'altro aiutante cuoco, Newman, è davvero simpatico e ci fa sorridere con le sue battute.
I primi passi della spedizione. Giorni 1-5
Finalmente è arrivato il momento tanto atteso, quello della partenza! Con i nostri bagagli belli carichi abbiamo lasciato l'Italia e siamo partiti, con destinazione Islamabad, in Pakistan. Io e François Cazzanelli non vediamo l’ora di arrivare a Skardu, nel nord del Paese, e riunirci ai nostri compagni di spedizione: Symon Welfringer e Silvan Schüpbach.
La sfida che ci attende è grande, un passo in avanti per la nostra storia alpinistica. Vogliamo scalare l'Ogre, una maestosa e difficile montagna che si erge a 7285 metri di altezza. Siamo eccitati all’idea della partenza e non vediamo l’ora di raggiungere la nostra destinazione. Quando incrocio gli occhi di François li vedo brillare di una luce che sa d’avventura. Dopo un lungo e noioso volo siamo finalmente a Islamabad, ma non abbiamo purtroppo il tempo di visitarla. Dobbiamo subito ripartire per Skardu, una piccola cittadina da cui partono tutte le spedizioni dirette ai piedi delle montagne del Karakorum. Il paesaggio durante il volo era semplicemente mozzafiato, con una moltitudine di montagne, spesso ancora inviolate, che si stagliavano contro un cielo blu intenso. Siamo quindi arrivati a Skardu, con le sue strade polverose passa la storia dell’alpinismo moderno, e anche quella del passato. Non venivo qui da tempo, François invece da giusto un anno quando è riuscito nella salita del K2 con i suoi compagni di spedizione valdostani. Finalmente in paese ci siamo riuniti con i nostri compagni di spedizione, il forte francese Symon Welfringer e l’amico svizzero Silvan Schüpbach. Senza perdere tempo ci siamo fiondati nelle migliori botteghe del paese per comprare il cibo e le ultime vettovaglie necessarie al nostro lungo viaggio. Lasciata Skardu, saremo completamente isolati fino al nostro rientro, tra un mese.
Abbiamo quindi lasciato Skardu per raggiungere Askole, l’ultimo luogo raggiungibile con un mezzo a motore prima di ritrovarci a camminare lungo le piste che corrono parallele prima al torrente Biafo, poi su attraverso valli remote e impervie. Il viaggio per arrivare fin qui è stato avventuroso, con le jeep cariche di materiale che si arrampicavano su piste sterrate spesso soggette a frane. Abbiamo dovuto attraversare fiumi impetuosi e superare numerosi ostacoli lungo il percorso. Poi, d’un tratto, i prati verdi di Askole, un luogo pacifico, perfetto per riposarci prima di iniziare il lungo cammino. Zaini in spalla, siamo partiti a piedi con destinazione campo base dell’Ogre. Il sentiero ci ha portati attraverso villaggi dalla vita semplice, abbiamo incontrato torrenti ricchi d’acqua e difficili da attraversare, fiumi impetuosi e pendii rocciosi. Con noi abbiamo 12 portatori e 20 asini che ci aiutano a trasportare tutto il necessario per allestire il campo base e per poterci sfamare in questo mese, ma anche tutto quanto sia necessario per la nostra salita.
Giorno zero - L'Ogre
L'Ogre è tra le montagne più belle, estetiche, accattivanti del pianeta, sulla quale sono state scritte pagine importanti della storia dell'alpinismo.
La prima salita alla cima principale (7285 m) risale al 1977 e fu realizzata da Chris Boninghton e Doug Scott. Durante la discesa, Scott si ruppe le gambe scese a carponi fino al campo base.
Per la prima ripetizione bisogna attendere fino al 2001, quando a raggiungere la cima fu la spedizione guidata da Thomas Huber. Risale al 2013, infine, la salita portata a termine da Hayden Kennedy e Kyle Dempster, che per l'impresa vinsero il Piolet d'Or.
Oltre a Della Bordella e Cazzanelli, fanno parte della spedizione lo svizzero Silvan Schüpbach e il francese Symon Welfringer.