33 giovani alpinisti e alpiniste hanno partecipato alla prima edizione del Workshop, la tre giorni organizzata dal Club alpino accademico italiano (Caai) a Malga Ciapela (BL) da sabato 2 a lunedì 4 settembre, nell'ambito della seconda settimana formativa del progetto “Cai Eagle Team”.
Il meeting è un “progetto nel progetto”, attraverso il quale Club accademico e Cai intendono mettere in contatto numerosi e promettenti giovani scalatori e scalatrici che frequentano il sodalizio in qualità di soci e socie o istruttori e istruttrici, valorizzando le capacità e le competenze di coloro che, in qualità di volontari, investono per divulgare la passione dell’alpinismo e dell’arrampicata libera.
Numeri e salite
A Malga Ciapela, tra i 33 partecipanti citati in apertura, erano presenti 15 ragazzi e ragazze che hanno partecipato alle selezioni dell'Eagle Team ma non sono stati selezionati e 18 giovani Istruttori e Istruttrici under 30 delle Scuole di alpinismo del Cai.
«Le cordate hanno affrontato le più belle pareti della zona della Marmolada, grazie ai consigli dei numerosi Accademici presenti. Tra questi ultimi a Malga Ciapela c'era anche Maurizio Giordani, uno dei massimi conoscitori della Marmolada», afferma il presidente del Caai Mauro Penasa. «I ragazzi hanno salito diverse vie sulla parete sud della Marmolada, sul Piz Ciavazes, sulle Tofane, sulle Torri del Sella e su tante altre pareti che fanno di quest’area un paradiso dell’alpinismo».
A titolo di esempio, Penasa cita la salita in libera da parte di Pietro Carrara della via “Millenium”, avvenuta sabato scorso. «Si tratta di uno dei capolavori di Igor Koller sul Pilastro Gorbi, sulla parete sud della Marmolada, un 7c+ molto impegnativo».
Sempre sabato Lucia Forlano ha salito a vista “Occhi d'acqua” alla Torre del Formenton (7b), ripetendosi poi il giorno successivo su “Ottovolante”, alla Torre Brunico.
L’alpinismo è cultura
I 33 giovani alpinisti e alpiniste hanno inoltre partecipato a due serate culturali, ampliando così il proprio bagaglio di conoscenze. Venerdì si è tenuto un incontro sul riscaldamento globale, con l'Accademico Maurizio Fermeglia, che ha analizzato in dettaglio il problema cercando di liberare il tavolo dalla cattiva informazione che circola su questo tema. Sabato è stata poi la volta di Carlo Barbolini, che ha raccontato la sua esperienza sul Fitz Roy nel lontano 1985, sottolineando come sia cambiata da allora la realtà patagonica.
«Non c’è bisogno di dirlo, ma grande è stato l’entusiasmo con cui i ragazzi hanno partecipato a questo evento, che ha dato loro soprattutto la possibilità di incontrarsi, di condividere la propria passione e di conoscere vecchi scalatori che non possono che stimolare la loro curiosità e i loro sogni da realizzare sulle grandi pareti», conclude Penasa. «Riunire una trentina di ragazzi e farli scalare insieme è stata senza dubbio un’operazione di successo. L’arrampicata sportiva ha elevato molto il livello tecnico dei praticanti, ma li ha un po’ allontanati dalle grandi pareti. Con le loro notevoli abilità di scalatori, l’energia della gioventù e l’interesse dimostrato, è facile prevedere per loro un futuro da alpinisti moderni di buon livello, ed una carriera piena di grandi soddisfazioni».
Le Scuole di alpinismo, scialpinismo e arrampicata libera nel Cai
Sul territorio nazionale sono attive 226 Scuole di alpinismo, scialpinismo e arrampicata libera del Cai. Di esse 2 sono centrali, 7 regionali / interregionali e 217 sezionali / intersezionali.
Gli Istruttori under 30 sono in tutto 322, di cui 3 nazionali, 47 regionali e 272 qualificati sezionali.