Seggiovia sul Corno alle Scale, la campagna per il ricorso

Il ricorso al Consiglio di stato contro la sentenza del Tar Emilia Romagna. Nel giro di quarantott’ore, il comitato "Un altro Appennino è possibile" ha ricevuto più di 1600 euro di donazioni.
Veduta del Corno alle Scale © Andrea Garreffa


Il comitato “Un altro Appennino è possibile”, di cui fa parte anche il Cai Emilia - Romagna, ha lanciato una campagna di crowdfunding per finanziare il ricorso al Consiglio di stato,  contro la sentenza del Tar Emilia Romagna, con la quale ha dato il via libera alla costruzione della nuova seggiovia Polla – Scaffaiolo, sul Corno alle Scale, anche in mancanza di una Valutazione d’Impatto Ambientale. 

L'obiettivo è raggiungere la somma di 10.000 euro in quattro settimane di tempo. Nel giro di quarantott’ore, il comitato ha ricevuto 1550 euro di donazioni, più 380 euro di bonifici “prenotati”, per un totale di 74 sostenitori e sostenitrici.  La Regione Emilia-Romagna e il comune di Lizzano in Belvedere vogliono costruire una nuova seggiovia sul Corno alle Scale. Da sette anni il comitato “Un altro Appennino è possibile” si oppone al progetto, con manifestazioni, convegni e serate informative.

«La sentenza TAR ER che ha respinto il ricorso del comitato “Un Altro Appennino è possibile”, con motivazioni che abbiamo ritenuto non condivisibili, persino pretestuose  e che non rappresentano compiutamente la realtà, come affermare che l’area in cui costruire il nuovo impianto sarebbe già antropizzata perché c’è un rifugio che è come un albergo a due piani, ha costretto il comitato ad impugnarla avanti al Consiglio di Stato. Il fine, ovviamente è quello di ottenere un provvedimento che ristabilisca, nel rispetto dell’ambiente, la necessità di una VIA - Valutazione di Impatto Ambientale del nuovo e ripetiamo “nuovo” e non modificato impianto. Le spese legali conseguenti hanno richiesto avvio di un altro crowdfunding e l’organizzazione di una cena di autofinanziamento. Entrambe hanno subito riscosso successo. Il CAI ER aderisce convintamente al comitato e alla raccolta per salvaguardare il Corno», afferma Massimo Bizzarri, Presidente del Cai Emilia-Romagna.

«Abbiamo presentato un ricorso al TAR e nei prossimi mesi ne sosterremo un altro, al Consiglio di Stato. Per farlo, abbiamo bisogno del tuo aiuto. Perché te lo chiediamo?», scrive il comitato.

Le ragioni del ricorso 

Il nuovo impianto e il cantiere per costruirlo devasterebbero la montagna con tre nuove stazioni e nuovi piloni, fanno sapere dal comitato. "8 milioni di euro per ampliare un comprensorio sciistico dove gli effetti del cambiamento climatico sono già drammatici", scrivono dal comitato. Allo stesso tempo, il comprensorio del Corno alle Scale è un’impresa in perdita, che si tiene in piedi solo grazie a contributi pubblici. La nuova seggiovia poi, funzionerebbe solo d'estate riversando sul crinale e intorno al Lago Scaffaiolo, aree fragilissime dal punto di vista ambientale, circa 1800 persone all'ora. 

In particolare, la nuova seggiovia è pensata per creare un collegamento tra le piste del versante bolognese e quelle pistoiese. Evitare la costruzione della seggiovia significa quindi evitare di allargare la costruzione di impianti sull'intero Appennino Tosco-Emiliano.  Infine, prima di costruire una nuova seggiovia sul Corno alle Scale, sarebbe necessario sottoporre il progetto a una Valutazione di Impatto Ambientale, fanno sapere dal comitato. 

«La campagna è ancora lunga, l’obiettivo lontano, ma questi primi risultati confermano che un “altro Appennino” è davvero possibile e che i vecchi modelli di turismo e di sviluppo incontrano finalmente un’opposizione diffusa», scrivono ancora.

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