Il Grande Est al Devero: nome che evoca grandi spazi, silenzi, immersione nell’ambiente, osservazione; un altopiano di praterie di alta montagna, preziosi laghetti glaciali e torbiere, all’interno del Parco Veglia -Devero, in un’area protetta dall’Unione Europea (ZSC/ZPS in Natura 2000) per i delicati Habitat e le rare specie anche in estinzione.
L’Ente Parco, Gestore delle Aree Protette, è ora promotore di un progetto volto ad alterare il sentiero discreto che lo attraversa, allargandolo, livellandolo, eliminando asperità e naturalezza per facilitare il passaggio delle Mountain Bike e delle MTB elettriche, in modo che possa diventare un itinerario di maggior richiamo per gli appassionati di questo sport.
Con il declino dello sci invernale, sono sempre più frequenti gli interventi di alterazione della montagna per nuovi interessi e speranze di profitto a favore di un approccio con mezzi meccanici e a motore, anche se elettrici, a scapito dell’ambiente e dei moltissimi escursionisti, per i quali costituisce uno degli itinerari più amati di Devero.
In aree protette, con habitat e specie di interesse prioritario, la legge dice che l’ambiente non può essere modificato se non per gravi motivi, previa un’indagine rigorosa e scientifica (la Valutazione di Incidenza Ambientale, VIncA), aperta a confronto pubblico. Un confronto che in questo caso è mancato. Il Club Alpino Italiano, il Comitato Tutela Devero, Legambiente Nazionale, Mountain Wilderness Italia, Pro Natura Federazione Italiana, hanno fatto ricorso al TAR in data 29 maggio 2023 per l’assenza di interlocuzione pubblica e per la violazione delle norme di tutela.
Non siamo contrari al cicloturismo, ma crediamo necessario avviare una riflessione sull’utilizzo delle biciclette in montagna, sui danni alla biodiversità, sulle modifiche al territorio, sul rapporto con chi va a piedi, sul richiamo forzato di nuove utenze in aree scelte per garantire un naturale rapporto tra l’uomo e la montagna.