Elicottero in fase di atterraggio © CNSASNegli ultimi anni, con l’aumento del turismo e i cambiamenti climatici, la sicurezza in montagna è diventata un tema sempre più centrale. L'elevato numero di incidenti delle ultime settimane ne sono testimoni. Il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico è da sempre in prima linea sul tema della sensibilizzazione ai fini della riduzione degli incidenti in ambiente impervio e i dati del 2023 parlano chiaro: una media di 35 missioni di soccorso ogni 24 ore, su tutto il territorio italiano, impegnano gli uomini e le donne del Soccorso Alpino e Speleologico.
"Una delle sfide principali che affrontiamo oggi è la necessità di una crescita di un sentimento di rispetto tra i frequentatori della montagna, verso quest’ultima. È fondamentale che chi si avventura sui sentieri abbia una comprensione profonda dei rischi e delle dinamiche del territorio montano. Questo tipo di consapevolezza non può essere improvvisata: deve essere coltivata nel tempo, attraverso l’esperienza diretta e l’educazione”. afferma Roberto Bolza, consigliere nazionale del CNSAS.
Qual è l’errore più frequente che notate tra coloro che sono costretti a richiedere il vostro intervento?
Troppo spesso vediamo escursionisti che sottovalutano la montagna, considerandola un luogo di svago privo di rischi reali. Questa mancanza di rispetto e di consapevolezza porta a comportamenti imprudenti che possono avere conseguenze gravi. È importante che le persone capiscano che i primi interessati ad essere prudenti devono essere loro stessi. Non possiamo pensare che qualcun altro si prenda cura della nostra sicurezza se noi non siamo disposti a farlo. Questo significa essere informati, preparati e pronti a prendere decisioni sensate in base alle condizioni reali che si incontrano in montagna.
È quindi una questione di cultura ancor prima che di approccio?
Certamente. La montagna è un luogo libero e pertanto fruibile liberamente. Pensare che la soluzione possa essere quella di porre generici divieti di fruizione è un errore ed è la scorciatoia più semplice ma meno efficace. È importante insistere sul concetto di sensibilizzazione culturale, che abbraccia temi più ampi e ricomprende anche quello del corretto approccio all’ambiente impervio.
Cosa possiamo fare per ridurre i rischi?
Essere prudenti significa anche saper rinunciare. Non c'è vergogna nel tornare indietro se le condizioni non sono favorevoli o se ci si sente insicuri. La montagna sarà sempre lì, e la decisione di ritirarsi può salvare vite.
Il Soccorso Alpino in azioneUn altro aspetto cruciale della sicurezza in montagna è la preparazione, sia tecnica che fisica. Cosa fare e come prepararsi?
Non è sufficiente avere un buon equipaggiamento; bisogna anche saperlo usare. Questo include non solo l’uso di attrezzature tecniche come corde e ramponi, ma anche la capacità di leggere una mappa o utilizzare un GPS. Anche la preparazione dal punto di vista fisico è molto importante: la montagna mette a dura prova il corpo. Escursioni lunghe e impegnative richiedono resistenza, forza e capacità di adattamento. È essenziale allenarsi adeguatamente prima di affrontare percorsi difficili, per evitare di trovarsi in difficoltà quando si è lontani da qualsiasi forma di soccorso. La preparazione però non si ferma all’aspetto fisico: anche la mente deve essere allenata. La capacità di restare calmi sotto pressione e di prendere decisioni rapide può fare la differenza tra un'escursione sicura e un incidente. Per questo, consigliamo sempre di prepararsi addirittura agli eventuali imprevisti, immaginando scenari e pensando a come affrontarli, ma soprattutto a come evitarli.
Quanto è importante la pianificazione nell’ottica della riduzione dei rischi?
Una buona escursione comincia molto prima di mettere piede sul sentiero. Pianificare significa studiare il percorso, conoscere le previsioni meteo, informarsi sulle condizioni del terreno e avere sempre un piano B. Non ci si può affidare all’improvvisazione. Bisogna sapere dove si sta andando, quali sono i punti di riferimento lungo il percorso, e quanto tempo ci vorrà per completare l’escursione. È fondamentale anche comunicare a qualcuno a casa il proprio itinerario, in modo che, in caso di problemi, i soccorsi sappiano dove cercare.
In montagna, l'unica certezza è l'incertezza. Non possiamo controllare tutto, ma possiamo prepararci per affrontare al meglio qualsiasi situazione. La montagna può essere un luogo meraviglioso e sicuro, ma solo se noi la rispettiamo e siamo consapevoli di ciò che comporta avventurarsi nei suoi spazi.