Storie di vie. Lo Spigolo Sud della Presolana

La Presolana con lo Spigolo Sud © Matteo Bertolotti - Archivio Sassbaloss

La Presolana è un massiccio montuoso delle Prealpi Bergamasche ed è caratterizzato da più vette: la Presolana di Castione, la Presolana Occidentale (che con i suoi 2521 m è la vetta principale), la Presolana del Prato, la Presolana Centrale, la Presolana Orientale a cui seguono il Visolo e la Corna delle Quattro Matte.
È situato completamente in provincia di Bergamo e divide la Val Seriana dalla Val di Scalve.

L’itinerario più ripetuto della Presolana Centrale è, senza dubbio, lo Spigolo Sud. La via fu aperta da Giuseppe e Innocente Longo il 21 giugno del 1931 e da allora numerose varianti sono state tracciate. Sovente, vista l'esposizione e la comodità di discesa, le prime cinque lunghezze sono ripetute nelle giornate invernali, dove il tempo è decisamente più stabile e l'esposizione consente di non soffrire delle basse temperature.
 

Presolana Centrale - Spigolo Sud - Marco Aber lungo il terzo tiro © Matteo Bertolotti - Archivio Sassbaloss

La via è abbondantemente chiodata nella prima parte mentre, su quelle successive dove le difficoltà sono basse, è completamente da proteggere. La maggior parte delle cordate opta per scendere in doppia dopo il primo tratto, non raggiungendo così la vetta ed evitando un lungo rientro. Le soste delle prime cinque lunghezze sono state recentemente attrezzate a fix dal Soccorso Alpino.

Presolana Centrale - Spigolo Sud - Marco Capelli in arrampicata © Matteo Bertolotti - Archivio Sassbaloss


I fratelli Longo, in seguito alla prima ascensione, pubblicarono sul notiziario Le Alpi Orobiche del CAI di Bergamo (1931 - n.7) un dettagliato resoconto dell’impresa:

Ogni volta che uno di noi saliva alla Presolana, spingeva lo sguardo sull'ardito spigolo sud, che divide nettamente in due la parete omonima e si fissava in noi l'idea di poterlo un giorno scalare.
Il 20 giugno, ci portiamo a Bratto in compagnia del dott. Piccardi con l'intenzione di studiare l'ascensione molto da vicino. Piccardi ci esortò a tentarla anche perché già altri ottimi scalatori l'avevano tentata, e altri la volevano tentare, e gli dispiaceva che degli alpinisti non bergamaschi dovessero scalarlo per primi.
Lo spigolo fu per noi un incubo che non ci lasciò dormire tutta la notte. Alle ore 4 eravamo già in piedi, dopo di aver sorbito il caffè, ci avviammo su per la salita che ci porta alla base. Il dott. Piccardi ci fu largo di consigli e d'istruzioni; una stretta di mano, cordiali auguri e ci lasciammo.
Scegliamo l'attacco all'identica altezza del Salvadori (però molto a destra di questo) ove lasciammo un sacco e le scarpe; ci leghiamo, e in bocca al lupo.
Nei primi 40 metri troviamo della roccia buona e ricca di appigli, che ci porta direttamente in pieno spigolo, poi incominciando il lento lavorio di chiodi, sormontiamo una placca molto verticale da destra a sinistra, e per un piccolo canale un po' erboso, passiamo la prima gobba e da questa su di una piccola cengia, dove appigli scarsi, ma buoni, ci portano a una placca liscia e strapiombante, solcata nel mezzo da una piccola fessura, che superiamo a forza di braccia, col corpo nel vuoto.
Sorpassata questa ci troviamo su di un'altra placca, ricca di appigli, che ci conduce a due piccoli gendarmi quasi sotto lo strapiombo terminale.
Allora ci portiamo più a destra, abbassandosi per circa tre metri e per una sottile cengia che attraversiamo carponi, troviamo una piccola fessura che riusciamo a sorpassare. Fin qui tutto andò bene, abbiamo adoperato 6 chiodi e uno è rimasto nella fessura strapiombante.
Riposiamo, ci rifocilliamo, e facciamo fotografie. Dopo di esserci ancorati ci abbassiamo di 2-3 metri, sorpassiamo 2 gobbe per aderenza di corpo e per una piccola cengia arriviamo a un piccolo pianerottolo, sotto lo strapiombo terminale. Un buon chiodo di ancoraggio (che non riusciremo poi a levare) e tentiamo per tre volte di sormontare lo strapiombo; ma è fatica inutile, abbassandoci a destra con l'aiuto di tre chiodi, arriviamo di nuovo a un piccolo pianerottolo, e da qui per un salto non troppo difficile ci portiamo sopra lo spigolo.
Qui la fatica è terminata e per una facile cresta arriviamo alla Centrale e con degli Uebini (*), che avevano fatto la Sud e il Canale Salvadori ci avviamo alla Occidentale e scendiamo alla Grotta dei Pagani. Da qui, dopo aver fatto un ottimo pranzo, ritorniamo a pigliare le nostre scarpe e il sacco e rimiriamo questo spigolo, contenti che sia stato salito per la prima volta da alpinisti Bergamaschi.

(*) Uebini è probabilmente il cognome delle persone che i fratelli Longo incontrano.
 

Presolana Centrale - Spigolo Sud - Luca Franceschini e Matteo Bertolotti lungo la via © Matteo Bertolotti - Archivio Sassbaloss