Strategie e modelli di sviluppo per il presente e il futuro delle Alpi

Giovedì 3 agosto 2023 presso la stazione sciistica a valle della cabinovia Forcella Sassolungo (provincia di Bolzano), si sono ritrovate alcuni tra i principali club alpini e associazioni del territorio, tra cui il Cai. Modelli e strategie per il futuro delle Alpi
Un momento della manifestazione. Foto AVS


 Non solo un grido di allarme, ma la consapevolezza della necessita di ripensare il modello di sviluppo dei territori alpini. Giovedì 3 agosto 2023 presso la stazione sciistica a valle della cabinovia Forcella Sassolungo (Provincia di Bolzano), si sono ritrovate alcune tra le principali associazioni del territorio alpino. L’incontro e relativa conferenza stampa dal titolo “silenzio anzichè frastuono” sono stati organizzati dall’Alpenverein Südtirol.


La protezione delle Alpi è una delle principali preoccupazioni delle organizzazioni alpinistiche e ambientalistiche. Uno sviluppo incontrollato e senza limiti minaccia lo spazio alpino, ogni nuova invasione ne diminuisce il valore. A causa dei danni già causati e degli attuali sviluppi errati, le associazioni alpinistiche e le associazioni naturalistiche e ambientaliste chiedono un ripensamento radicale e, soprattutto, un maggiore rispetto per lo spazio alpino.


Runiti davanti a uno dei più importanti impianti di risalita del territorio, Il Presidente dell’AVS Georg Simeoni, il presidente generale del Cai Antonio Montani, Roland Stierle, Presidente del DAV (Deutscher Alpenverein), Elisabeth Ladinser, Vicepresidente Federazione Ambientalisti Alto Adige, Claudia Plaikner, Presidente Heimatpflegeverband e Heidi Stuffer, Presidente Nosc Cunfin, hanno proposto soluzioni e visioni per il presente e il futuro dei territori montani. Dalla preservazione e valorizzazione del capitale naturale al tema della regolamentazione dei flussi, passando per i rifugi e la costruzone di nuove infrastrutture. 

 

foto AVS

Mantenere e non costruire  
«Credo che il primo passo per cercare di risolvere un problema sia la consapevolezza di avere un problema», afferma il Presidente generale del Cai Antonio Montani. «In particolare, mi voglio soffermare soprattutto sul tema dei rifugi e del sovraffollamento. Credo sia giunto il momento di porsi delle domande: stiamo vedendo delle azioni di sostituzione edilizia che ci lasciano perplessi. Le strutture rincorrono le tendenze del turismo di massa, e crediamo che questa tendenza debba essere invertita».


«Per quanto riguarda l’infrastruttura sentieri, su queste strutture si deve intervenire con la manutenzione, senza realizzarne di nuovi. Stesso diascorso per gli impianti, che non devono essere demonizzati: bisogna però mantenere le strutture in funzione e non costruirne di nuovi.  Insomma, la montagna non è facile. Mi rendo conto che in un momento in cui c’è grande attenzione per la montagna, mettersi a pensare a nuove politiche non è semplice. Noi oggi siamo qui per questo: per chiedere alla politica di elaborare nuove strategie per la montagna».


Per il presidente dell’AVS, Georg Simeoni, è ipotizzabile un blocco delle strade di valico oltre che una contingenza al traffico. «È importante riportare la pace nella zona. Tutti beneficerebbero di un sollievo, scalatori ma anche escursionisti, ciclisti e coloro che cercano relax e soprattutto natura e mondo animale», ha dichiarato.


 «Proprio come i club alpini hanno dichiarato per decenni che lo sviluppo della regione alpina è stato completato, anche l'ulteriore espansione per uso turistico commerciale deve essere fermata», ha chiesto il presidente del Club alpino tedesco Roland Stierle.  «Il DAV sottolinea e promuove fortemente la responsabilità personale di ogni appassionato», conclude.