Dopo il parco dell’Etna,
Linea 7000, il progetto del camminatore e reporter di montagna Gian Luca Gasca, è salito più a nord
nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, tra Toscana ed Emilia Romagna. Come in tutte le tappe di questo lungo cammino attraverso i parchi nazionali d’Italia, il viaggiatore piemontese ha scelto di raggiungere le aree protette esclusivamente con i mezzi pubblici. Una volta arrivato, Gasca camminerà lungo i tratti del Sentiero Italia CAI, per poi ritornare in città, sempre con i mezzi pubblici. Il video è disponibile sul canale YouTube e sulle pagine social del sodalizio.
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Un viaggio tra montagna e foresta
Gian Luca ha preso l’autobus
da Firenze e ha raggiunto il passo del muraglione, valico dell’appennino tosco - romagnolo a 907 metri di altezza. L'obiettivo è quello di percorrere lil tratto del SICAI che si inoltra nelle foreste casentinesi e scende verso sud.
La partenza da Firenze © Gian Luca Gasca
Parte del cammino, è stata percorsa insieme a ad
Alessandro Carnevali, in arte Walking Nose, youtuber e guida ambientale escursionistica. Insieme hanno camminato sul sentiero 00 per arrivare sul crinale che separa la Toscana dall’Emilia Romagna.
«Percorrere le foreste casentinesi e come fare un viaggio nel tempo. E come ritrovarsi in un romanzo fantasy», racconta Gasca.
«Il confine si muove in modo strano. Rientra, esce, a volte rispetta i crinali delle montagne a volte no», spiega Walking Nose.
Gian Luca Gasca in cammino nelle Foreste Casentinesi © Gian Luca Gasca
Attraverso la foresta vetusta
Lungo il sentiero, Gasca ha incontrato anche
Enrico Fiordiponti, grande conoscitore delle foreste casentinesi e dottore in scienze della montagna.
«Il crinale rappresenta una sorta di muro della costa romagnola e quindi le perturbazioni scaricano in questo territorio. Di conseguenza è normale che si trovino alberi abbattuti lungo il bosco», spiega Fiordiponti. In seguito, i due camminatori raggiungono Sasso Fratino, la prima riserva integrale d’Italia. Nel suo territorio si trovano faggi, nati almeno 500 anni fa, creando quella che viene definita la foresta vetusta del casentino.
«Noi abbiamo alberi che vanno dai 70 anni fino ai 600 anni d’età e capite che trovarsi di fronte ad esseri viventi che erano in vita nel rinascimento è una coda unica. io credo che è l'uomo ad aver bisogno del bosco. Se partiamo da questo concetto, riusciamo a trovare anche dei compromessi», spiega
Luca Santini, presidente del parco nazionale delle foreste casentinesi.
Un'immagine delle Foreste Casentinesi