“Adotta un sentiero”, progetto nazionale del Cai, plana sulle coste dell’Ogliastra. Un gruppo di soci con Matteo Marteddu, del consiglio direttivo regionale Cai, Giulio Mingioni, Luca Dettori, Antonello Ruiu, nella calura di metà luglio hanno percorso il,primo tratto del “Selvaggio Blu”, Pedra Longa, Forrola, Us Piggius lungo i costoni della cengia di Giradili.
Obiettivo: dare corso e concretezza al progetto “adotta un sentiero” che sta impegnando tutto il sistema centrale e periferico, con le sezioni locali, del Club Alpino. “ richiamo, come e’ nelle premesse degli indirizzi Cai, è per la rete che raccoglie storie di lavoro, di frequentazioni antiche, di ambiente conservato, di cultura e stili di vita ormai alle spalle ma che hanno forgiato è radicato intere generazioni”. La sezione di Nuoro avendone discusso incoraggia l’adozione del progetto, con il
contributo volontario dei soci, fornendo un servizio, alimentando percorsi in sicurezza, conoscenze e documentazione moderna. Da qui la decisione spiegano i soci Cai.
Primo passo coinvolgere il comune di Baunei. Regole semplici, non invasive, impegno periodico di monitoraggio, documentazione GPS e foto, descrizioni, comunicazione di eventuali criticità sul piano di calpestio. Non sono consentiti interventi pesanti come taglio, picconatura o segnaletica varia. Compiti delle Istituzioni locali e regionali preposte.
“Abbiamo individuato sul campo il percorso, in queste giornate di straordinaria calura estiva. Spiega Matteo Marteddu, con l’impegno di aggregare Cai Ogliastra e l’amministrazione di Baunei, dentro il,perimetro del Progetto Cai “Adotta un sentiero”. Da Pedra Longa a Us Piggius e sino a Punta Giradili. “Il Selvaggio Blu”,
dicono i soci Cai, non necessita di ulteriori dettagli. Ma questo primo tratto racchiude almeno quattro cicli storici che ti vengono addosso nella fatica della salita.
La libertà di pastori e caprai, testimoni i Cuiles sotto la cengia e sulla piana di Us Piggius, le mulattiere carbonaie aggrappate alle pareti sopra Bacu Orrolossi, simbolo di devastazione e ladronerie su genti inermi, la cascata di acqua dolce di Forrola, vi si accostavano le “galere”, piccole imbarcazioni dei saraceni pronti ad invadere col carico di morte, la piana.
C’è infine, negli spazi incontaminati, la presa di coscienza dei legislatori sardi degli anni ottanta e novanta, che hanno decretato norme per la “tutela integrale” di questi luoghi. Prossimo passo, proposta di collaborazione al Comune, nell’ambito del Progetto Nazionale Cai: Adotta un Sentiero.