"Report" e le Apuane

TOSCANA
Cava di Bettogli © Cai Carrara

E ora che lo ha certificato Report vale più delle volte che lo abbiamo pubblicamente denunciato? Ci auguriamo che il servizio sia un contributo per una più ampia presa di coscienza sull’enorme peso ambientale e sociale del comparto del marmo, peso che nel convegno del 16 dicembre abbiamo inquadrato nel tema dell’estrattivismo. Un sistema socio-economico che piega il territorio agli interessi speculativi, che hanno come obiettivo quello di portare altrove una risorsa ottenendo il maggior utile possibile, restituendo assai poco al territorio. Nel caso apuano si estrae una risorsa non rinnovabile devastando e inquinando, creando condizioni idrogeologiche pericolose, lasciando alle future generazioni un territorio depauperato e agli attuali abitanti il peso sociale e ambientale di queste attività.

Questo sistema è possibile solamente se le istituzioni lasciano mano libera agli imprenditori, dei quali è evidente l’arroganza, che ora si è esplicitata nei confronti dei lavoratori attraverso le parole del loro maggiore esponente, ma che spesso abbiamo registrato nei confronti degli escursionisti e di chiunque abbia a cuore l’ambiente.
Nel servizio è emerso come il Comune di Carrara sia sostanzialmente ostaggio del sistema imprenditoriale: patetica la foglia di fico dell’Art. 21 del Regolamento per il quale gli industriali lasceranno alla città, finanziando progetti che loro stessi sceglieranno, una percentuale ridicola dei loro utili (Ranucci l’ha definita “una mancetta”), in cambio di vantaggi che si misurano in diverse centinaia di milioni euro ogni anno e molti milioni di metri cubi di monte distrutti.

Ha stupito invece che nulla si sia detto in merito all’attività della Prefettura di Massa Carrara nel campo della prevenzione del contrasto delle infiltrazioni della criminalità di stampo mafioso nell’economia legale, con riferimento alle interdittive antimafia emanate nei confronti di imprese che sono attive nei campi della frantumazione e commercio di granulati, autotrasporto per conto terzi, estrazione, fornitura e trasporto di terra e materiali inerti.
Con l’evidenza che Report ha dato alla questione apuana torniamo a chiedere di nuovo a Regione, Parco e comuni un segnale forte. Si metta mano a un riordino del comparto, si prenda coscienza del grandissimo valore ecologico e ambientale delle Apuane, che potrebbe alimentare una economia sostenibile e capace di distribuire ricchezza. Si pensi finalmente al contingentamento dell’escavazione e alla razionalizzazione della distribuzione territoriale delle cave.

E, se questo può richiedere tempo, subito le istituzioni mostrino attenzione almeno al profilo della legalità nel campo della tutela ambientale: la marmettola è un rifiuto speciale, diffonderla è reato e le acque meteori- che nelle cave devono essere gestite come la normativa tecnica richiede; i ravaneti non possono essere delle discariche in perenne espansione; i corsi d’acqua devono mantenere la loro funzionalità idraulica; i siti natura 2000 devono essere protetti così come gli elementi del paesaggio individuati dal Codice dei beni culturali e ambientali; i mezzi pesanti devono circolare sulla viabilità pubblica in sicurezza e senza disperdere polveri e non ultimo, per quanto ci riguarda, i sentieri e le eccellenze del territorio devono essere salvaguardati e va- lorizzati, perché questa è la prima chiave per dare alle Apuane un’alternativa alla distruzione.

Gruppo Regionale CAI Toscana
Commissione Regionale Tutela Ambiente Montano