La montagna che resiste in Abruzzo

Coinvolgere i giovani delle aree interne in un'iniziativa di formazione, condivisione di buone pratiche e valorizzazione sostenibile delle specificità dei territori sono le caratteristiche del progetto dei ricercatori di Montagne in Movimento e dell'Associazione Spazio Pieno. Obiettivo contrastare lo spopolamento nei territori montani
«Quale futuro per i giovani delle aree interne?». A questa domanda vogliono trovare una risposta i ricercatori di Montagne in Movimento e l'Associazione Spazio Pieno con il progetto “La montagna che [R]esiste”, finanziato dalla Regione Abruzzo.

Contrastare lo spopolamento

L'iniziativa parte dall'assunto che i territori montani rappresentano dei modelli di sviluppo sostenibili, innovativi e partecipati e intende attivare i cambiamenti giusti per far sì che i piccoli paesi di montagna tornino a popolarsi.
«Vogliamo formare giovani e attivare e implementare una rete delle aree interne abruzzesi coinvolgendo decine di comuni montani, aziende agricole, produttori locali, presidi culturali, cooperative di comunità e associazioni», affermano i promotori.
Perno del progetto è puntare sulla specificità dei territori, con l’obiettivo di attivare in questi ultimi un cambiamento duraturo e di disegnare scenari futuri.

Un progetto in quattro fasi

La prima fase del progetto, che prende il via oggi, prevede due mesi di workshop sulle tematiche che interessano la montagna contemporanea, con un focus sul territorio abruzzese. Le lezioni saranno fruibili sia in presenza sia online e si svolgeranno a Gagliano Aterno, coinvolgendo circa venti giovani. Successivamente ai workshop, nella fase due, tra giugno e luglio sono previste vere e proprie uscite sul campo, una sorta di Erasmus delle aree interne abruzzesi. Una carovana di giovani visiterà e incontrerà paesi montani in cui si registrano spopolamento e disuguaglianze civili, ma anche processi di rigenerazione, innovazione e resilienza. La terza fase vedrà la carovana di giovani approdare a Roccacaramanico, frazione di Sant’Eufemia a Maiella. Insieme alla residenza d’artista “Un Pae” si darà vita a laboratori di ceramica e arti visuali. Per finire, il 21 e 22 agosto prossimi, Castel di Sangro ospiterà, a chiusura del progetto, il festival “Eroi di montagna”. Saranno due giorni di mercato con produttori locali, convegni, incontri, musica, laboratori per grandi e piccini sui temi dell’ecologia e della cultura abruzzese, ma anche dibattito e restituzione del lavoro che i giovani avranno svolto tra la primavera e l’estate.
«Le azioni messe in campo hanno come primo obiettivo quello di promuovere processi partecipativi che mettano in dialogo esperienze, formazioni e abilità diverse», concludono i promotori. «Sono uno strumento per studiare, coinvolgere e accompagnare amministrazioni e comunità locali in processi di cambiamento, ma anche di valorizzazione dei numerosi processi avviati dal basso che rendono i territori montani modelli di sviluppo alternativi, sostenibili e di cittadinanza attiva. Centrali e degni di nota saranno anche indagini e azioni riguardanti la relazione tra pandemia, crisi ecologiche e aree interne».