24.08.2021 - - - escursionismo arrampicata
«Proprio così: avevamo bisogno dello stupore, della curiosità, dell’entusiasmo dei bambini davanti allo spettacolo della montagna e della natura, quella sera di settembre 2020 alla sede della Sezione Cai di Tortona, per ripartire dopo i lunghi mesi di lockdown a causa della pandemia da Coronavirus».
Scrive così
Franco Fontana, pediatra della Commissione medica LPV del Cai, per raccontare la nascita dell'idea, all'interno del Cai Tortona, di organizzare
un campo estivo sugli Appennini.
«L'intento era quello di avvicinare i più piccoli alla montagna e alla sua frequentazione. Come afferma Franco Finelli, presidente della Commissione centrale medica del Cai, loro sono “un libro aperto, in cui ancora c’è tanto da raccontare”».
A lezione di cartografia © Cai Tortona
Una vera avventura
Per una piccola Sezione come quella del Cai di Tortona, si trattava di un’esperienza inedita, quindi
«erano inevitabili i dubbi e le perplessità su come e se saremmo riusciti a organizzarla. Mese dopo mese ci si rendeva conto che il Caldirola Camp stava prendendo forma».
Così, dal 16 al 20 giugno,
22 bambini tra gli 8 e i 12 anni hanno varcato il cancello della
Colonia Provinciale di Caldirola, «per prepararsi a conoscere l’ambiente montano ma soprattutto ad essere i protagonisti di una incredibile avventura».
In cammino con gli scarponcini ai piedi © Cai Tortona
Caldirola in Val Curone
Caldirola, piccola località montana, si trova in
Val Curone, sull’Appennino, in provincia di Alessandria, a circa 1100 m di altitudine. La Colonia Provinciale è una struttura che, spiega Fontana,
«ben si presta a iniziative di questo genere. Sia per gli spazi interni, sia per le attività outdoor e sia perché situata ai piedi dei rilievi della parte alta della valle».
Durante il campo, i giovani partecipanti sono stati seguiti nelle varie attività dal nutrito gruppo di volontari del Cai tortonese. Sicuramente degno di nota il fatto che, per la parte ludica, dei giovanissimi si sono occupati
Alessandro, Carlotta, Agnese e Valentina.
«Sono giovani educatori molto speciali, in quanto affetti da diabete di tipo 1 insulinodipendente, con precedenti esperienze in ambiente montano (Diab3king). Questi ultimi, oltre ad intrattenere con pazienza e competenza i 22 bambini, hanno contribuito a dare al campo una valenza di Montagnaterapia».
I piccoli impegnati nella realizzazione dei nodi © Cai Tortona
Camminate, passi di arrampicata, nuove esperienze
Durante la settimana sono state organizzate
escursioni lungo i sentieri del
Monte Ebro e attraverso le faggete per raggiungere il
Rifugio Ezio Orsi e i
Piani di San Lorenzo.
«I bambini hanno imparato a riconoscere fiori, tracce di animali, profumi ed esperienze sensoriali nei boschi. Difficile descrivere l’emozione nel vedere arrampicare i nostri 22 “eroi”, con le mani sulle pareti rocciose del Monte Giarolo, e leggere sui loro volti la soddisfazione per essere arrivati in “vetta” e per aver imparato a fare il “nodo barcaiolo”»
I ragazzi sono stati intrattenuti anche con racconti sul lupo e sono stati accompagnati, scarponcini ai piedi e frontali sulla testa, nel bosco di sera per ascoltare i suoi rumori
L'impegno nell'arrampicata © Cai Tortona
Condivisione, stupore e meraviglia
L’impegno e la fatica per l’organizzazione del progetto sono stati ripagati dall’
«emozione di vedere i bambini che attraversavano il cortile della colonia con sacchi piuma e cuscini per trascorrere la notte in tenda con incontenibile eccitazione». Conclude Fontana:
«i genitori hanno trovato i loro bimbi “cambiati”, più sicuri, autonomi e soprattutto felici. Ma un po’ siamo cambiati anche noi, contagiati dal loro entusiasmo, dalla loro spontaneità, dalla curiosità per l’ambiente e la natura che in questi giorni hanno imparato ad apprezzare e a rispettare».
L'importanta dell'imbrago prima dell'arrampicata © Cai Tortona