Angelo Panza ci lascia a causa di un incidente sul Lyskamm (Monte Rosa): «È stato l’innovatore della Scuola Centrale di Scialpinismo»

Questa mattina, a causa di un incidente avvenuto sul Lyskamm (Monte Rosa), ci ha lasciati a 67 anni Angelo Panza. Panza era un alpinista di grande esperienza: è stato direttore della Scuola Centrale di Scialpinismo del CAI e direttore della Scuola Regionale Lombarda. Giovanni Maria Grassi: «Angelo è stato l’innovatore della Scuola Centrale di Scialpinismo»
Angelo Panza

Questa mattina, a causa di un incidente avvenuto sul Lyskamm (Monte Rosa), ci ha lasciati a 67 anni Angelo Panza.
Panza era un alpinista di grande esperienza: è stato direttore della Scuola Centrale di Scialpinismo del CAI e direttore della Scuola Regionale Lombarda.

Spesso in queste circostanze si tende come prima cosa a cercare, frettolosamente, le cause che hanno portato al fatale incidente.
Credo che, soprattutto in questo spazio, sia invece più appropriato ricordare Angelo Panza attraverso le parole di chi, negli anni, ha avuto modo di frequentarlo, di conoscerlo e di apprezzarne le qualità umane e professionali. 

 

Così lo ricorda Giovanni Maria Grassi, direttore della Scuola Centrale di Scialpinismo del CAI: 

«Angelo è stato l’innovatore della Scuola Centrale di Scialpinismo. Ha portato avanti tante idee che sono state poi raccolte nel manuale di scialpinismo. Tanti di noi, me compreso, devono dire grazie ad Angelo perché era un vulcano di idee, di proposte, di suggerimenti, di entusiasmo e di passione.
Aveva deciso di dare le dimissioni dalla Scuola Centrale proprio per dare un segno di discontinuità e dare alla possibilità ai ragazzi più giovani lo spazio per entrare nella scuola e di portare avanti delle idee più fresche. Era consapevole del suo ruolo, del suo tempo e del suo momento.
Inoltre Angelo è stato tra i primi a portare avanti il discorso dell’Artva, della tecnica di sondaggio, della tecnica di scavo… Questo in perenne collaborazione con il grande amico Gianni Perelli: erano un tutt’uno, erano praticamente come due fratelli. 
E poi noi coinvolgevamo ancora adesso Angelo a livello di esperienza e di confronto. La sua presenza era cercata, perché era un riferimento per tutti noi».

 

Non meno sentito e partecipe è anche il ricordo di Paolo Taroni, vicedirettore della Scuola Centrale di Scialpinismo del CAI:

«Angelo era sempre pronto a dare un consiglio, a dare un aiuto. È stato un grande appassionato di montagna e un grande uomo CAI perché ha sempre avuto a cuore la vita e le sorti del nostro sodalizio. Era una grande persona che, pur avendo fatto cose egregie in montagna, è sempre stato molto prudente. Quello della sicurezza in ambiente innevato era un argomento che aveva molto a cuore: lo reputo uno dei maggiori esperti del mondo CAI su questo tema».