Il Seracco Whymper © Forte di Bard142 autori, 29 schede di ricerca, 73 fotografie e una serie di foto-confronti che raccontano il Monte Bianco quale straordinario luogo in grado di ospitare indagini scientifiche in campi che vanno dalla glaciologia alla geomorfologia, dalla pedologia e nivologia alla climatologia.
Questi i numeri della mostra Il Monte Bianco: ricerca fotografica e scientifica, che sarà allestita al Forte di Bard (AO) dal 29 luglio 2023 al 7 gennaio 2024. Si tratta della quarta tappa del progetto L’Adieu des glaciers: ricerca fotografica e scientifica, prodotto dal Forte di Bard, che dal 2020 propone un viaggio iconografico e scientifico tra i ghiacciai dei principali Quattromila della Valle d’Aosta per raccontare la storia delle loro trasformazioni. Dopo aver esplorato il gruppo del Monte Rosa, il Monte Cervino e il Gran Paradiso, il viaggio termina appunto quest'anno con un focus interamente dedicato al Monte Bianco.
La mostra è composta da otto sezioni tematiche allestite all’interno delle sale delle Cannoniere, curate da Enrico Peyrot, fotografo e storico della fotografia e da Michele Freppaz, professore del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino, che si è occupato della parte scientifica. Peyrot e Freppaz, assieme al Forte di Bard, hanno coordinato i rapporti con i numerosi archivi, enti di ricerca, istituzioni, collezionisti che hanno preso parte al progetto.
Tra le sezioni, da evidenziare quella dedicata alla ricerca scientifica, che vede il materiale fotografico e il patrimonio di conoscenze venire presentati al grande pubblico attraverso un suggestivo itinerario glaciologico e l’utilizzo di diverse forme di espressione artistica. Grazie alla collaborazione con la Cabina di regia dei ghiacciai valdostani e il Comitato Glaciologico Italiano, si sono raccolte le descrizioni di numerose attività di ricerca condotte nell’area del Bianco su temi specifici, quali lo studio dei fattori che controllano la formazione e lo sviluppo della copertura detritica sopraglaciale e dei suoi effetti sui tassi di fusione, la determinazione del bilancio di massa attraverso immagini satellitari stereo ad alta risoluzione e rilievi aerofotogrammetrici, lo studio di laghi di contatto glaciale, di potenziali valanghe di ghiaccio e il censimento dei fenomeni franosi.
La mostra verrà presentata in anteprima venerdì 28 luglio, alle ore 11.00 con una cerimonia al Forte di Bard.
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