La seconda missione del CNSAS in Kosovo

Giovanni Timillero (AICS) e Maurizio Dellantonio (CNSAS) raccontano la recente attività formativa organizzata per costituire un corpo di Soccorso Alpino nelle Alpi Dinariche.

Dal 25 al 29 gennaio 2024 si è svolta la seconda missione formativa organizzata dal Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico per la costituzione di un nucleo di soccorritori tra le montagne del Kosovo nell’ambito dell’iniziativa “NaturKosovo: il capitale naturale e culturale in Kosovo e lo sviluppo turistico sostenibile della Via Dinarica”,  finanziata dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo con il supporto dell’Ambasciata d'Italia a Pristina, e implementata dalle OSC italiane Volontari nel Mondo - RTM e CELIM - Centro Laici per le Missioni, in partenariato con Utalaya Foundation, CAI - Club Alpino Italiano, CNSAS - Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, AITR - Associazione Italiana Turismo Responsabile. 

Dopo le attività dello scorso ottobre, raccontate qui, due istruttori della Scuola Nazionale Tecnici e uno della Scuola Nazionale Medica si sono recati nelle Alpi Dinariche, nell’area della Val Rugova, dove hanno fornito ai giovani selezionati una formazione tecnica e sanitaria sulle manovre di soccorso in ambiente invernale. Ampio focus è stato dedicato all’intervento in valanga dal momento che la zona è sempre più frequentata da turisti attirati da cime e versanti ricchi di neve e adatti alla pratica di scialpinismo e freeride. Con loro erano presenti Giovanni Timillero, responsabile del settore ambiente e turismo nei Balcani occidentali dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e il presidente nazionale del CNSAS Maurizio Dellantonio. Oltre agli incontri istituzionali con l’Ambasciata italiana in Kosovo, i rappresentanti delle comunità locali e i vertici delle organizzazioni del progetto “NaturKosovo”, Timillero e Dellantonio hanno assistito al lavoro sul campo. 

I partecipanti alle attività di formazione invernale organizzate dal CNSAS. © arch. NaturKosovo

«Sono stato piacevolmente sorpreso da questa mia prima esperienza in Kosovo – esordisce Dellantonio – sia dal punto di vista della bellezza delle montagne, sia per quanto riguarda l’organizzazione delle città e dei paesi che abbiamo attraversato. Dal punto di vista dei progetti di sviluppo turistico ed escursionistico della Via Dinarica e di NaturKosovo, in cui il CNSAS ha un piccolo ruolo, ho apprezzato la visione lungimirante e l’impegno che sicuramente garantiranno grande successo alle iniziative pianificate». 

«Questo progetto a cui tengo in maniera particolare – aggiunge Timillero – mi ha consentito di vedere all’opera per la prima volta un’eccellenza europea come il CNSAS, di cui finora avevo soltanto sentito soltanto parlare. Ma ancora più sorprendente è stata la sinergia a livello umano che si è creata tra istruttori italiani e allievi kosovari: la riprova che la passione per la montagna mette in comune valori in grado di travalicare i confini nazionali»

Da sinistra, Giovanni Timillero (AICS), Arianit Nikqi (presidente della Federazione Alpinistica del Kosovo) e Maurizio Dellantonio (presidente CNSAS) consegnano l'attestato di partecipazione a un giovane soccorritore kosovaro. © arch. NaturKosovo

Concretamente, le attività formative sono state incentrate sulla ricerca in valanga con Artva, sonda e pala, sulla stabilizzazione sanitaria del travolto ipotermico e sulla spinalizzazione e trasporto dell’infortunato. 

«Ho osservato molto da vicino il lavoro – racconta Timillero – prestandomi a fare il figurante durante una simulazione di intervento. L’entusiasmo dei partecipanti è stato molto apprezzabile insieme al loro desiderio di mettersi in gioco per imparare l'utilizzo di tecniche e strumentazioni nuove in vista dell’aumento dei flussi turistici che ci attendiamo nei prossimi anni»

«Sono tutti giovani kosovari – prosegue Dellantonio – con una preparazione alpinistica di alto livello. Anche da un punto di vista operativo si parte da una buona base dal momento che la settimana precedente alcuni di loro erano intervenuti in un incidente da valanga occorso a due turisti sul versante albanese della montagna. Procede tutto per il meglio, insomma, con l’obiettivo di costituire presto 5 nuclei di soccorso dislocati nelle principali zone montane del Kosovo». 

Una fase della formazione sulla spinalizzazione del travolto in valanga. © arch. NaturKosovo

Gli incontri intercorsi durante la missione hanno riguardato anche aspetti di carattere organizzativo e istituzionale toccando varie problematiche, non solo operative, legate alle prospettive di sviluppo turistico nella zona. 

«Per quanto riguarda le tematiche che ci coinvolgono direttamente – riflette Dellantonio – sono ancora due le grandi criticità da risolvere. Per prima cosa serve un numero telefonico di emergenza e una centrale operativa che consenta agli utenti di lanciare con facilità gli allarmi e alle squadre di essere allertate in maniera capillare. Infine, in Kosovo vige ancora la no fly zone che impedisce il sorvolo a qualsiasi mezzo civile. Un sistema moderno di soccorso in montagna non può prescindere dall’uso dell’elicottero»

«Senza dimenticare – gli fa eco Timillero – che il progetto intende proteggere e valorizzare il territorio contrastando l’emigrazione giovanile. A livello istituzionale diventa sempre più necessaria una forma di professionalizzazione della figura dei soccorritori in Kosovo per fornire un quadro di stabilità, una dotazione di attrezzatura tecnica e una cornice assicurativa a coloro che stanno iniziando ora questo percorso e a tutti quelli che seguiranno». 

Una fase dell'esercitazione sulla calata della barella. © arch. NaturKosovo

In chiave futura, gli incontri in presenza e sul campo hanno consentito un confronto più fattivo sulle prossime tappe del progetto. 

«Stiamo definendo – conclude Dellantonio – la selezione di circa 8 ragazze e ragazzi che nel 2024 seguiranno una formazione avanzata. Nel mese di marzo si procederà con il modulo tecnico invernale per continuare poi con il resto delle attività estive nei mesi successivi. Il progetto prevede di arrivare ad avere un piccolo gruppo di istruttori locali in grado di proseguire in autonomia il reclutamento e la preparazione dei futuri soccorritori kosovari. Come ci insegnano i più importanti progetti di cooperazione, la missione è fornire ai locali conoscenze e strumenti per procedere in autonomia e indipendenza». 

«La risposta molto positiva – chiosa Timillero – ricevuta dalle comunità locali interessate dal progetto e il livello elevatissimo di competenze e capacità formative fornite dal CNSAS ci stimolano a trovare nuove modalità per proseguire la collaborazione su altri fronti. La missione complessiva del nostro operato è invertire la narrazione sul Kosovo. Non è un paese in guerra anche se molti, in Italia, ne hanno conosciuto l’esistenza solo per i tristi eventi bellici. E non è più uno stato di emigrazione perché sta diventando una terra sempre più in grado di offrire importanti opportunità ai propri giovani. Siamo quindi molto felici della collaborazione con il Club Alpino Italiano e il Soccorso Alpino per lo sviluppo di un patrimonio montano così affascinante come le Alpi Dinariche». 

Prove di sondaggio spalla a spalla in valanga. © arch. NaturKosovo