A Feltre il Convegno nazionale CAAI 2023

“Contemplando il rivestimento di merletto che i torrenti disegnano sulle montagne non si può non rammentare che ogni cosa fluisce, ogni cosa si muove verso un qualche punto, gli esseri viventi e le rocce così dette inanimate come l'acqua. Fluisce la neve, rapida o lenta, nelle valanghe e nei ghiacciai creatori di bellezza; fluisce l'aria in maestose inondazioni che trasportano minerali e foglie, semi e spore, torrenti di musiche e di profumi; fluisce l'acqua trasportando rocce, in soluzione o in forma di fango, sabbia, ciottoli, sassi. Fluiscono le rocce dalla bocca dei vulcani, come acque dalle fonti e gli animali si raggruppano ed è tutto un fluire, un avanzare di zampe, di groppe in salto, d'ali spiegate, sulla terra, nell'aria, nel mare… E intanto le stelle corrono nello spazio spinte dal perenne pulsare, come globuli rossi nel caldo sangue della Natura”.

Queste le parole di John Muir, pubblicate in My First Summer in the Sierra, che Francesco Leardi (Presidente Club Alpino Accademico Italiano Gruppo Orientale e G.I.S.M) prende in prestito per presentare il Convegno nazionale 2023 del CAAI, in programma a Feltre (BL) sabato 21 ottobre (Sala Confindustria, inizio lavori ore 14).

Frana Marmolada © arch. Dell'Agnola - Karpos

La presentazione di Francesco Leardi

Il tema del convegno sarà “Il riscaldamento globale ed i suoi effetti sulla montagna e la sua frequentazione”, che fa parte di un percorso iniziato ufficialmente con il convegno del gruppo Orientale del CAAI effettuato a Marano Vicentino il 19 giugno 2021 dal titolo “Montagne e boschi raccontano il cambiamento climatico: la tempesta Vaia e la tempesta perfetta”. Un titolo scaturito da un incontro dal sottoscritto con la scrittrice e studiosa Paola Favero che impresse nella mia mente il mantra “non c’è più tempo!”.

I cambiamenti climatici in atto stanno mettendo a dura prova la società e il territorio sotto tutti i loro aspetti che vanno ben oltre le necessità ludiche di chi va in montagna, ma ormai l’alta frequentazione impone delle domande o perlomeno suscita delle perplessità su ciò che dovremo affrontare nel nostro percorso nella natura.

In quel 19 giugno a Marano Vicentino il ricercatore e componente del CAAI Maurizio Fermeglia, primo relatore del convegno, ci introdusse al percorso di conoscenza.
Se da una parte dobbiamo prendere in seria considerazione la tesi sviscerata nel 2009 da John Beddington, consulente scientifico del governo inglese, che per primo parlò della “tempesta perfetta di eventi globali” posizionando questo evento nel 2030 («Se non affrontiamo questo concatenarsi di cause ci possiamo aspettare grandi destabilizzazioni, con un aumento di disordini e potenziali notevoli ondate migratorie a livello internazionale, in fuga per evitare le carenze di cibo e di acqua»), a Marano Vicentino ci trovammo di fronte, tristemente e consapevolmente, a discutere di accadimenti  avvenuti in tempi recentissimi come la tempesta Vaia, della quale la studiosa Paola Favero parlò in questi termini:

«Chi frequenta la montagna, sia come alpinista che come escursionista, si è certamente reso conto dei cambiamenti diffusi e rapidi che modificano il territorio montano, che è sempre più interessato da frane, smottamenti, sentieri dissestati, alberi schiantati o divelti. Lungo i percorsi abituali, e non solo frequentando i ghiacciai che più di tutti evidenziano il cambiamento, si può constatare di anno in anno come tutto stia mutando in seguito al riscaldamento globale, generando un dissesto diffuso ed in costante aumento. A questo si aggiungono poi degli eventi estremi di particolare impatto, come è stata nell'ottobre del 2018 la tempesta Vaia, che ha provocato grandi devastazioni lungo numerosi corsi d'acqua e, per la prima volta nella catena alpina, la distruzione di migliaia di ettari di bosco. La tempesta Vaia è stato un evento davvero unico per i nostri popolamenti forestali, e ha messo improvvisamente in luce la loro fragilità di fronte al cambiamento climatico e alla crisi ecologica che la Terra sta attraversando».

Concluse la analisi del tema del convegno la nostra collega del CAAI e studiosa Silvia Stefanelli, illustrandoci gli aspetti negativi, posizionandoli tra il rigore della scienza e la poca sensibilità della società di fronte ad essi. 

«Tuttavia ora come non mai le foreste subiscono pressioni e minacce che mettono a serio rischio, oltre che la capacità di mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici, anche la loro resilienza e infine la loro stessa funzionalità. La perdita di superficie forestale è causa del 12-17 % delle emissioni di gas serra globali» (vedi contributi completi annuario CAAI 2022 numero 119).

Poi è stato il crollo della porzione di ghiacciaio della Marmolada, poi la siccità, l’alluvione in Emilia Romagna e i vari dissesti idrogeologici. Fino a quando e per quanto tempo il sistema natura reggerà ancora con i suoi fragili equilibri?
Si pone allora il problema della nostra frequentazione sempre più massiccia dell’ambiente montano o se vogliamo anche più semplicemente naturale, perché anche il semplice camminare lungo un fiume o un torrente in una giornata di forte pioggia potrebbe essere fatale.

Della montagna sottoposta allo stress dei cambiamenti climatici e della sua frequentazione parleremo nel nostro convegno di Feltre del 21 ottobre 2023, perché questa sconosciuta, come risulta da quanto è accaduto, accade e con pessimismo accadrà, non è imprevedibile e nemmeno prevedibile poiché la montagna è montagna, la natura è natura e si autogoverna anche se a noi pare di volerla ingabbiare e dominare.
Certo possiamo cercare di controllarla ma lei sfugge alle nostre stime come nel caso della Marmolada.

Anche il GISM nel suo annuario 2023 ha preso in analisi le problematiche connesse ai cambiamenti climatici, sviluppando il tema “La montagna del cambiamento”, con pregevoli interventi di studiosi, scienziati, alpinisti quali Claudio Smiraglia, Luigi Cavaleri, Anselmo Cagnati, Paola Favero, Alessandro Gogna, Fulvio Scotto e Giuseppe Mendicino.

Il 25 e 26 novembre, subito dopo il nostro convegno nazionale, il CAI si ritroverà a Roma per il 101° Congresso sviluppando il tema “La montagna nella crisi climatica” (presentazione con contributo pubblicata sulla Rivista del Club Alpino Italiano, maggio 2023).

I frequentatori dell’ambiente della montagna si stanno muovendo con impeto e competenza e con la consapevolezza che i cambiamenti sono più repentini e drammatici di quello che pensavamo.
La frequentazione dell’ambiente alpino richiede ormai conoscenze teoriche e pratiche sempre più elevate, e come ho sempre pensato non solo è necessario possedere la capacità del sesto grado ma occorre sviluppare in se stessi la qualità del “sesto senso”.
Non sempre ci salverà o sarà un salvagente per aiutarci ma ci renderà molto più consapevoli dell’imprevedibilità che ci circonda e nelle nostre scelte che dovranno essere sempre più selettive.

Frana Venezia © arch. Dall'Agnola - Karpos

Il programma del convegno di Feltre

Coordinatore dell’evento del 21 ottobre a Feltre sarà Maurizio Fermeglia e moderatore Carlo Barbolini.
Questo il programma degli interventi con i relatori:

1. Global Warming: quale futuro per il nostro pianeta - Roberto Valenti, CAAI
2. Il riscaldamento globale - Filippo Giorgi, climatologo e fisico dell’atmosfera, IPCC e ICTP,Trieste
3. Le cause del riscaldamento globale: produzione di energia oggi e domani - Maurizio Fermeglia,  CAAI, Università di Trieste
4. Gli effetti del riscaldamento globale: fusione dei ghiacciai e del permafrost - Carlo Barbante, istituto di scienze polari del CNR ed università Ca’ Foscari di Venezia
5. Gli effetti del riscaldamento globale su boschi e foreste  - Paola Favero, GISM, forestale e scrittrice, già comandante dell’ufficio per la biodiversità di Vittorio Veneto del Corpo Forestale dello Stato;
6. Azioni dal mondo e locali per contrastare la crisi climatica - Silvia Stefanelli, C.A.A.I. Climate Policy Officer presso Regione FVG
7. Criticità dei bivacchi legate al riscaldamento globale – Carlo Barbolini, CAAI, alpinista e manutentore bivacchi
8. Come cambia l’alpinismo con il cambiamento climatico in atto – Claudio Inselvini, Nives Meroi, Romano Benet alpinisti

Frana Su Alto © arch. Dell'Agnola - Karpos

L'inciso di Maurizio Fermeglia

Sul pieghevole di invito è riportato l’inciso di Maurizio Fermeglia:

Il recente rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change - IPCC parla chiaro: l'uomo è responsabile dei cambiamenti climatici. Le ragioni principali del riscaldamento globale sono la deforestazione, l’uso del suolo e soprattutto l’utilizzo di combustibili fossili tutte ragioni ascrivibili all'attività umana: queste cause hanno l’effetto primario di aumentare la concentrazione di CO2 in atmosfera e di conseguenza, a causa dell’effetto serra, la temperatura dell’aria e degli oceani.
La montagna è un ambiente debole, in cui il rispetto degli equilibri climatici è fondamentale. Le regioni fredde sono le più sensibili perché rispondono in maniera amplificata all’aumento di temperatura: in montagna la temperatura è aumentata con un tasso circa doppio rispetto alla media del globo. Gli indicatori naturali dello stato di salute della montagna sono evidenti: ritiro e fusione dei ghiacciai, degradazione del permafrost, diminuzione della durata, estensione e spessore della neve al suolo, perdita di biodiversità, sfasamenti degli ecosistemi per spostamenti verso l’alto di flora e fauna, sconvolgimento del ciclo dell’acqua.
Il convegno nazionale del CAAI 2023 vuole fare il punto sul riscaldamento globale, le sua cause ed i suoi effetti con particolare attenzione alla situazione alle montagne ed all’alpinismo.