Un anno intenso per il Gruppo Grandi Carnivori del Cai

Il convegno nazionale “Grandi carnivori e non solo, tarvisiano crocevia biogeografico” © E. Furlani

«Numerosi convegni di alto livello, decine di serate a tema, aggiornamenti (da segnalare quello sull’Orso bruno Cai-Miur per insegnanti che ci ha visti protagonisti nell’organizzazione e conduzione) e numerosissime presentazioni della mostra itinerante “Presenze Silenziose”».

Con queste parole il coordinatore Davide Berton apre la relazione sulle attività 2023 del Gruppo Grandi Carnivori del Cai, un anno definito «importante e molto intenso».

Prosegue Berton: «in tutti i territori sono proseguiti i contatti, i coordinamenti e gli scambi tra il gruppo, le sezioni Cai, i gruppi regionali, i Parchi Nazionali e regionali, gli enti di ricerca, i progetti life, gli enti preposti allo studio e alla gestione della fauna selvatica. Non sono mancati come sempre interventi di aiuto e collaborazione con gli allevatori che ne abbiamo fatto richiesta agli enti con cui localmente il CAI ha stipulato convenzioni».

La mostra "Presenze silenziose" esposta a Imola © Cai Imola

La relazione si conclude con l'auspicio che sempre più venga compresa ed interiorizzata la posizione del Sodalizio, il modo di agire e le finalità che muovono il Cai su questi temi divisivi e delicati.

«Non tutti naturalmente hanno ancora colto appieno quanto facciamo, perché fraintendono le nostre posizioni come troppo pro grandi carnivori o come troppo contro i grandi carnivori e le problematiche che invece vediamo ogni giorno nei territori dove sono presenti questi animali dal forte impatto emotivo e anche sociale. La verità sta nel mezzo, nell’equilibrio, nel pragmatismo e nell’azione concreta di informazione corretta che possa portare alla giusta conoscenza dei grandi carnivori, ma anche delle notevoli problematiche che spesso ad essi sono legate, per un futuro che miri davvero alla conservazione di queste specie senza che esse stesse divengano - perché bandiera di una certa ideologia - la causa di una escalation negativa che può minare alla base il futuro di coesistenza e di presenza di queste specie, simbolo dell’ecosistema italiano».

La relazione completa è disponibile qui.