Arrampicata e alpinismo, le guide più recenti per le salite estive

Da nord a sud, le più recenti pubblicazioni in materia di alpinismo e arrampicata, per unire l'utile al dilettevole, con qualche tuffo in mare.

I crinali, le dorsali, così come i fiumi, hanno da sempre creato divisioni. Io da una parte, tu dall’altra. Ma ci sono uomini che quel segno di divisione lo percorrono, chi lo naviga e chi lo scala”. Francesco Cappellari introduce così l’ultima guida di Marco Romelli, Il grande libro delle creste (pp. 672, 39 euro, IdeaMontagna 2024) frutto di centinaia di esplorazioni, riportate su relazioni precise corredate anche da disegni e fotografie autoprodotti. Non a tutti gli alpinisti piace sfilare in cresta, spartiacque naturale che si contraddistingue con le parole “esposizione, visione, vertigine”, contro “difficoltà, chiusura, senso di protezione” che definiscono invece una normale parete. Sono 107 le creste proposte, dalle Alpi Marittime al Grossglockner, fra cui quelle celeberrime nel gruppo del Bianco e del Rosa, dentro e fuori dai confini nazionali. Per tutte sono riportati i livelli di difficoltà, i punti di accesso, le migliori strategie di salita (considerando l’esposizione al sole) e i tempi di percorrenza raccomandati per agire sempre in sicurezza. 

Di Romelli, che scrive apprezzate guide di alpinismo da oltre 10 anni, è uscita in primavera anche la seconda edizione di Alpi di ghiaccio (pp. 512, 36 euro, IdeaMontagna 2024), con 115 vie di ghiaccio da ovest a est. Un aggiornamento necessario, visto il considerevole mutamento dei ghiacciai, rispetto al 2017 quando uscì la prima volta. 

Focalizza sull’ambiente trentino più selvaggio e accattivante Vie normali in Lagorai (pp. 192, 22 euro, IdeaMontagna 2024), di Diego Filippi, guida alpina dal 2004, formatosi proprio su queste montagne per lui di casa. Il primo di tre riguarda la catena più occidentale del gruppo, con la descrizione delle vie normali a 108 cime e la proposta di 31 itinerari per salirle tutte. La guida ideale per gli amanti dell’escursionismo di vetta, da affrontare con l’attrezzatura adeguata, che prevede in alcuni casi anche la corda.

Non raggiungono quote elevate, ma sono sempre di grande soddisfazione paesaggistica e alpinistica le Alpi e Prealpi Bergamasche, di cui sono “figli” due esperti come Maurizio Panseri e Matteo Bertolotti, autori di Presolana. Arrampicate classiche e moderne sulla Regina delle Orobie (pp. 671, 39 euro, Versante Sud 2024). Il volume ha il bollino “Km zero”, che caratterizza proprio le guide redatte da persone del luogo, che hanno sempre le notizie più aggiornate, evitano per dogma gli spot più commerciali, e “reinvestono il ricavato in nuove falesie”, avendo a cuore la promozione di tutto il territorio, che amano al di là delle logiche consumistiche. Il tandem Bertolotti-Panseri è una vera garanzia: difficile non aver sentito parlare del sito Sassbaloss dove è attivo il primo, o delle molte traversate scialpinistiche sulle Orobie del secondo (una è documentata dal film del 2020 Le Traversiadi, che si trova nel catalogo della Cineteca CAI). La presentazione non poteva che essere del giovanissimo conterraneo Dario Eynard, membro del progetto Eagle Team del CAI, che nel 2022 ha compiuto la prima solitaria invernale alla Nord della Presolana. Dopo approfonditi cenni storici sui primi salitori di questo massiccio calcareo (era il 1870), interamente collocato nella provincia di Bergamo a ridosso della Val di Scalve e della Val Seriana, sono oltre 200 le vie relazionate, inclusi percorsi in cresta, fra versante nord e sud, con informazioni precise sui rifugi e i punti di accesso, consigli su abbigliamento e attrezzatura, oltre alla consueta scala di difficoltà tecnica, per consentire a tutti di valutare il proprio grado di preparazione. 

Spostiamoci a ovest per gustarci un’altra novità: Valle dell’Orco, di Matteo e Stefano Dalla Gasperina (pp. 520, 38 euro, Versante Sud 2024), dedicata a “Monotiri e multipitch dal trad all’arrampicata sportiva” in Valle dell’Orco e Val Soana. Anche qui gli autori appartengono ai luoghi che descrivono: Stefano, classe ’65, è infatti nato in Valle Orco ed è guida alpina operativa soprattutto nel Gran Paradiso, mentre suo nipote Matteo, Millennial del ’99, ha iniziato ad arrampicare giovanissimo, ereditando una passione di famiglia. Le relazioni qui raccolte sono quindi il frutto di scorribande con papà, zio e amici, e al contempo un omaggio ai luoghi del cuore: dalle falesie di bassa valle alle famose pareti del Caporal e del Sergent, a cui si aggiunge, rispetto all’ultima pubblicazione sulla zona a cura di Maurizio Oviglia nel 2012, la Valle Soana, con il Vallone di Forze e la valle laterale di Piantonetto, fino al limite del lago di Teleccio. Itinerari multipitch, ma anche falesie in stile trad che in una decina di anni si sono trasformate da curiosità per pochi a motivo in più per venire ad arrampicare qui da tutta Europa.

Cambio di scenario e spostamento a est con Val d’Adige plaisir, di Manuel Leorato (Istruttore Nazionale di Alpinismo del CAI) e Christian Confente (pp. 384, 32 euro, IdeaMontagna 2024). La zona è ampiamente frequentata dagli anni ’70, come dimostrano le numerose guide uscite nel tempo. Questa, ultima della serie, si concentra in particolare sulle vie di bassa e media difficoltà, arrivando per scelta fino al grado 6b, tranne eccezioni: qui ne sono proposte 150. La scelta segue un trend, in corso da meno di 10 anni, che vede salire l’interesse per le pareti che sovrastano il fiume a sud del Monte Cimo, ovvero sul Monte Cordespino, sopra il paese di Tessari, apprezzate per la facilità di accesso e di rientro, oltre che di salita. I veronesi lo hanno capito per primi, divertendosi a scoprire sempre nuovi itinerari su pareti ancora poco esplorate, usate anche come palestre a cielo aperto, dove sono fioccati molti corsi organizzati dal CAI o dalle guide alpine. 

Chi pensa invece di migrare a sud, potrebbe essere interessato a Puglia Rock. Falesie e DWS: roccia e mare dal Gargano al Salento (pp. 208, 28 euro, Versante Sud 2024), di Graziano Montel, pioniere dell’arrampicata pugliese, già autore della precedente guida A sud, ormai esaurita, ma anche superata. Perché già il fatto che quel volume condensasse gli itinerari di quattro regioni, con Molise, Calabria e Basilicata, mentre ora ne esce uno tutto sulla Puglia, fa capire la dimensione dello sviluppo di questa pratica nel Tacco d’Italia. Montel è fra quelli che ci hanno creduto per primi e ora regala decine di itinerari, molti da lui stesso attrezzati, fra cui la principale novità sono quelli DWS, “deep water solo” sulle scogliere a picco sul mare. Caratteristiche della zona sono le gravine, sorta di piccoli canyon scavati dall’acqua nella roccia calcarea, dove accanto alle vie più classiche in falesia ne sono state aperte molte di nuove e tante sono invece tornate percorribili, grazie al lavoro di sistemazione e richiodatura, soprattutto nel Gargano. Ce ne sono per tutti i gusti e le esigenze, da passarci un pomeriggio o un’intera giornata.

È una storia che in Sardegna conoscono bene: le esplorazioni continue di molti e anche famosi scalatori del nord (come Gogna e Manolo), per non parlare dell’attività sistematica di Maurizio Oviglia nella sua “Pietra di Luna”, hanno reso l’isola un paradiso dell’arrampicata a cui si può unire, come in tutte le regioni del sud (ma anche in Liguria), il piacere di rilassanti bagni in mare in una buona parte dell’anno. Per questo ogni tanto qualcuno decide di trasferirsi a vivere lì: è successo a Richard Felderer, monzese Ragno di Lecco e fotografo, autore di Sardegna Est. Falesie (pp. 480, 37 euro, Versante Sud 2024). Riky, come lo chiamano da sempre, nel 2016 ha aperto un b&b a Lotzorai, in Ogliastra, zona dove negli ultimi 10 anni le falesie sono cresciute in maniera esponenziale, grazie alla qualità (e alla quantità) di roccia presente, ma anche al lavoro di richiodatura generale svolto nei settori classici. Le zone prese in considerazione sono quelle di Baronia, Oliena, Gonone, Baunei, Jerzu, Ulassai e Quirra. La bellezza del paesaggio e la mitezza del clima fanno il resto.