Fra mare e montagna, orientarsi con una guida

A piedi o in bicicletta, su montagne antiche circondate da mare blu, o immerse in una boschi secolari già solcati dai Romani. Alcune idee, fra le uscite più recenti.

Sentieri e cammini sono diventati, in alcuni casi, l’unico modo per poter godere appieno della storia di un territorio sia dal punto di vista paesaggistico, che culturale, esempi virtuosi di turismo sostenibile, occasioni uniche di godersi ancora scorci isolati anche in zone sovraffollate. In Sicilia, per esempio, c’è un itinerario storico-naturalistico di 105 km che collega il Parco delle Madonie a quello dei Nebrodi, la provincia di Palermo con quella di Messina. Lo descrivono Vincenzo Asero e Giovanni Nicolosi, in Il cammino dei Briganti in Sicilia (pp. 160, 20 euro, Bonfirraro 2024). Non una guida in senso stretto, per cui si può fare riferimento al sito, ma un’indagine che ripercorre nascondigli e aneddoti dei briganti, ricorda i luoghi sedi di stragi ed eccidi, vie di fuga, zone di riposo, snodandosi fra boschi e montagne che non superano i 2000 metri, ma affascinano con paesaggi vasti dal sapore antico che odora di Mediterraneo. 

Molto più rinomato è invece il Cammino dei Briganti marsicano, 108 km da affrontare in una settimana fra Abruzzo e Lazio: è da poco uscita la sesta edizione aggiornata della guida ufficiale a cura di Luca Gianotti (pp. 128, euro 16,50, Compagnia dei Briganti 2024: da richiedere all’indirizzo info@camminodeibriganti.it), con tracce gps scaricabili gratuitamente, percorsi e strutture ricettive aggiornate, oltre che nuove storie di briganti. Gianotti, pur modenese di origine, è colui che la ha creato, prendendosene cura (ma invitando anche i camminatori a fare altrettanto) e promuovendolo sul sito dedicato, dove si trovano molti consigli pratici. 

Risalendo ancora l’Appennino, troviamo un altro celebre percorso, da fare a piedi o in bicicletta: partenza da Bologna in piazza Maggiore e arrivo a piazza della Signoria a Firenze, 120 km per 5-6 giorni, attraverso i basolati romani della Flaminia Militare, boschi secolari di faggi e castani, sentieri che solcano prati a mezza costa, sfiorando vette intitolate a Venere e Adone. Tutto quello che c’è da sapere si trova nella Guida alla Via degli Dei, di Simone Frignani (pp. 120, 16 euro, Terre di Mezzo 2024), giunta alla quinta edizione.

Rimanendo al centro Italia, ma staccandoci dalla terra ferma, si può optare per l’Isola d’Elba, regina del Parco Arcipelago Toscano, composto da sette isole, numerosi isolotti e scogli che spuntano nel Mar Tirreno nel cuore del grande Santuario dei Cetacei, Pelagos. Spiegano tutto Francesco Stea e Michele Cervellino in La Grande Traversata Elbana (pp. 112, 16 euro, Terre di Mezzo 2024), in sigla GTE, tutta contrassegnata dalla consueta segnaletica CAI in orizzontale e verticale. È consigliata una suddivisione in 4 tappe (o due se in bici), in direzione est-ovest, che dal mare portano sul Monte Capanne, che nonostante la bassa quota di 1.019 metri sa essere molto ventoso anche in piena estate, o ghiacciato in inverno. Panorami mozzafiato che si snodano lungo 60 km camminando su crinali dominati dalla vastità blu del mare circostante.

È la sensazione che prova anche chi sceglie di percorrere la Sardegna dall’alto, non immergendosi nella calca, ma godendosi scorci di rara bellezza, da affrontare magari non in pieno agosto, ma nel più mite settembre. Sardegna a piedi (pp. 208, 19 euro, Terre di Mezzo 2024) è il frutto di un viaggio di 80 giorni compiuto dagli autori, Roberto Carnovalini e Roberta Ferraris. La guida suggerisce anche percorsi in giornata, in un week-end o più lunghi, in base ai desideri, dalla Gallura a Cala Gonone, da Capo Spartivento all’isola di Caprera. La nuova edizione aggiunge tre nuovi itinerari nelle isole Sant’Antioco, San Giorgio e Asinara. I sentieri si snodano attraverso la macchia mediterranea, passando attraverso zone sabbiose, pini marittimi e rocce levigate da un vento millenario che le ha plasmate in forme a volte bizzarre, sempre uniche.

Con percorso inverso a quello compiuto negli anni ’70 da tanti arrampicatori che dalla Liguria venivano in Sardegna a divertirsi nel parco giochi di falesie allora tutto da costruire, si approda a nord nella regione per antonomasia fatta di mare e montagna. La mezzaluna ligure offre davvero molte possibilità, esplorate e descritte in innumerevoli guide di ogni genere. Una delle ultime uscite è quella di Albano Marcarini, Atlante dei sentieri di campagna - Liguria / Riviera di Levante (pp. 180, 22 euro, Ediciclo 2024), 27 itinerari nella Liguria di Levante, dall’entroterra di Genova alle vallate dell’Oltregiogo, dal Golfo del Tigullio al Promontorio di Portofino, dalle Cinque Terre alla Val di Vara, da percorrere più a ridosso del mare, ma anche sempre in costa, scrutando da alti costoni solitari la massa compatta scintillare di sole e d’azzurro, rigata a tratti dalle scie bianche delle barche.

Infine, per chi desidera sì buttarsi nella natura montana, ma a cavallo delle irrinunciabili due ruote, è uscito L’Anello dei Parchi lucani in bicicletta, di Palmarosa Fuccella (pp. 168, 15 euro, Ediciclo 2024), percorso cicloturistico ad anello in 15 tappe che parte e arriva a Maratea, sulla costa tirrenica della Basilicata, attraverso 750 km di aree protette. Il giro tocca i punti salienti in senso anti-orario, prima in direzione sud-est, poi su verso Matera, la Città dei Sassi Patrimonio dell’Umanità, e ritorno da nord-ovest. Si parte dal Parco Nazionale del Pollino, dove si raggiunge il punto più alto del tracciato (1.458 metri), e ci si inoltra per paesaggi naturali selvaggi e meravigliosi, ma anche borghi storici, per il Parco della Murgia, quello del Vulture e infine il Parco Nazionale Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese. Le tracce gps sono disponibili registrandosi sul sito dell’editore.