Scandicci, 130 partecipanti al convegno nazionale Cai sui grandi carnivori

«Il futuro dei grandi carnivori dipende moltissimo da come noi uomini sapremo rapportarci con loro e con le sfide non semplici che ci pongono d’innanzi». Queste le parole del Coordinatore del Gruppo grandi carnivori del Cai Davide Berton al termine dei lavori
La sala durante il convegno © Cai

Si è svolto sabato 27 aprile 2024 il decimo convegno nazionale - giornata di studio del Gruppo di lavoro sui grandi carnivori del Cai. L’appuntamento era programmato a Scandicci (FI), presso l’auditorium centro Rogers per una giornata di preziosi ed importanti relazioni da parte di esperti in materia. 
Il titolo del convegno - quanto mai attuale e apprezzato - era “Interazioni complesse tra uomo e grandi carnivori e viceversa”.

Per domenica 28 era programmata, ed è stata realizzata, un'uscita in ambiente a ridosso della città di Scandicci, che ha permesso ai partecipanti di rendersi conto dell’ambiente presente nelle colline che circondano l’antropizzata conca fiorentina dove i selvatici, compresi i lupi, si muovono abitualmente scendendo a volte sino alla zona periurbana e urbana.

Il saluto del Presdiente generale Antonio Montani © Cai

130 partecipanti, 42 Sezioni rappresentate

Iscritti al convegno 130 persone tra soci e non soci, provenienti da tutta Italia. Per il Cai 42 sezioni diverse a rappresentare ben 27 provincie e 10 regioni d’Italia (Toscana, Emilia Romagna, Lazio, Umbria, Veneto, Marche, Lombardia, Abruzzo, Campania e Trentino Alto Adige). 
Questi importanti dati confermano il carattere nazionale che questo evento ha sempre mantenuto in tutte e 10 le edizioni realizzate.

Sabato mattina, il convegno si è aperto con i doverosi saluti istituzionali da parte della dott.ssa Claudia Sereni per l’amministrazione comunale di Scandicci, a cui sono seguiti quelli di Mario Vaccarella, delegato della Presidenza generale e del Consiglio direttivo centrale per il Gruppo Grandi Carnivori.
Subito dopo, la gradita presenza del Presidente generale Antonio Montani, che ha avuto parole importanti per il lavoro del gruppo, e, in successione, la neo Vicepresidente del Gr Toscana Rossana Melani, il past president del Gr Toscana Giancarlo Tellini e il presidente della Sezione di casa Paolo Brandani, per concludere con Davide Berton, coordinatore nazionale del Gruppo Grandi Carnivori.

I relatori sul palco a fine convegno © Cai

I lavori

A questo punto i lavori, ottimamente moderati dai soci Micaela Ovale e Ivano Cobalto, sono entrati nel vivo con la relazione introduttiva del professor Paolo Ciucci dell’Università La Sapienza di Roma dal titolo, “Grandi carnivori in Italia, situazione attuale, distribuzione e consistenza”, che ha dato un quadro generale della situazione di distribuzione e presenza dei grandi carnivori nel territorio italiano.

A seguire la dott.ssa Yajaria Jimenez dirigente veterinario (direttore del Canile sanitario, azienda Usl Toscana centro), ha ben esplicitato la situazione generale e soprattutto locale del randagismo canino e le sue problematiche con un intervento dal titolo “Randagismo canino in italia, una problematica notevole mai risolta, situazione generale in Italia, focus per la Toscana”.

Dopo la pausa caffè, i lavori sono ripresi nuovamente con un intervento molto dettagliato e ricco di spunti di riflessione da parte del prof. Ciucci dal titolo “Ibridazione lupo-cane, un problema serio per il Lupo, una responsabilità per l’uomo”.

A conclusione della mattinata l’intervento, molto tecnico e ricco di dati ed esperienze raccolte in Toscana da parte della “Task Force Lupo" della Regione Toscana, del dott. Luca Mattioli ha consegnato un quadro davvero articolato e complesso sul rapporto che l’uomo ha oggi con la fauna selvatica. 
Il titolo dell’intervento era “Lupi urbani, un fenomeno in aumento in tutta Italia, possibili fonti di criticità, situazione generale e focus sulla realtà toscana”.

Nel pomeriggio, dopo la pausa pranzo, i lavori sono ripartiti in modo molto interessante con l’intervento della dott.ssa Sarah Marshall Pescini (Università di Veterinaria di Vienna) dal titolo “Studiare l’effetto dell’urbanizzazione sul comportamento del lupo”. Tema assai attuale e su cui si stanno facendo degli importanti studi che possono risultare utili per comprendere possibili future fonti di criticità nel rapporto uomo-lupo.

Interessante anche l’articolata presentazione del dott. Duccio Berzi (Tecnico faunistico, componente della "Task Force Lupo" della Regione Toscana), che ci ha condotti nel mondo dell’allevamento e della zootecnia dal titolo “Lupi, zootecnia montana e pastorizia, un rapporto sempre più teso, situazione, studi, possibili soluzioni future (oltre i sistemi di protezione conosciuti)”.

A chiudere, l’atteso dialogo, moderato da Micaela Ovale, tra la dottoressa D’Amico (responsabile della comunicazione e promozione del Parco Nazionale Abruzzo, Lazio e Molise) e il dottor Gennai (direttore f.f. Parco Nazionale Foreste Casentinesi) dal titolo “Conservazione dei grandi carnivori, quale equilibrio tra esigenze ecologiche ed esigenze umane. In un mondo dove i social sono sempre più destabilizzanti ed invadenti come procedere con lungimiranza?”

A seguire, un breve momento aperto alle domande del pubblico con tutti i relatori saliti sul palco e la chiusura del convegno da parte del direttore del parco Nazionale Abruzzo Lazio e Molise Luciano Sammarone e del coordinatore nazionale del Gruppo grandi carnivori del Cai Davide Berton.

«Un convegno ben riuscito, che ha voluto porre l’accento sulla complessità del rapporto che esiste tra l’uomo, i grandi carnivori e i selvatici in generale. Gli importanti relatori hanno delineato con le loro relazioni un quadro molto articolato che deve stimolare numerose riflessioni e considerazioni, utili a tutti i presenti per avere un quadro più completo e realistico del fenomeno», commenta Beron. «Il futuro dei grandi carnivori dipende moltissimo da come noi uomini sapremo rapportarci con loro e con le sfide non semplici che ci pongono d’innanzi. Capire, comprendere ed essere consapevoli della complessità è la base di partenza perché ciò possa avvenire. Il Cai può veramente dare un importante contributo su questi temi se saprà fornire ai propri soci le informazioni scientificamente corrette e prive di ideologie che restituiscano il reale quadro della situazione, senza nascondere positività e criticità per motivi di comodo, per tendere davvero ad una reale conservazione futura delle specie in un territorio molto antropizzato come quello italiano».