La tempesta Alex

Se è praticamente impossibile non aver mai sentito parlare di Vaia, lo stesso non si può dire di Alex, la tempesta che i primi due giorni di ottobre 2020 ha colpito il sud est della Francia, il nord Italia e alcune zone del centro Europa.

Due giorni fa, a Sankt Gallen, è iniziata la 36esima Conferenza Internazionale di Meteorologia Alpina: per una settimana, gli studiosi e le studiose dell’atmosfera montana di tutto il mondo si aggiornano sulle proprie ricerche e discutono sulle interpretazioni fisiche dei processi osservati. Gli argomenti sono i più svariati, si va dalle nuvole che si formano al di sopra del monte Fuji in base alle diverse condizioni atmosferiche, all’indagine delle dinamiche a larga scala che hanno portato a tempeste come Vaia e Alex.

 

Se è praticamente impossibile non aver mai sentito parlare di Vaia, lo stesso non si può dire di Alex, la tempesta che i primi due giorni di ottobre 2020 ha colpito il sud est della Francia, il nord Italia e alcune zone del centro Europa

Io stessa, ho incontrato i segni del passaggio di Alex quasi per caso, molti mesi dopo di esso, mentre vagabondavo per la regione della Provence-Alpes-Côte d'Azur. In un viaggio rocambolesco verso nord, mi sono trovata a passare una notte nel villaggio di Saint-Martin-Vésubie, a mille metri sul livello del mare ai piedi del Mercantour. Seguendo le indicazioni di maps per raggiungere il camping, mi sono trovata a percorrere una strada che si interrompeva in un alto dirupo, sull’argine di un fiume che fino a qualche tempo prima si presentava come un torrente. Confusa, e alla ricerca del modo di attraversare il corso d'acqua (sembrava non ci fosse alcun ponte nelle vicinanze), ho iniziato ad osservare il paesaggio intorno a me con maggiore attenzione, e a capire che stavo camminando su una terra devastata dalla potenza degli elementi. Poco dopo, ho trovato una signora che passeggiava e le ho chiesto cosa fosse accaduto da quelle parti, e lei mi ha risposto solamente: “C'était Alex”. 

 

Muovendomi maldestramente tra i sassi e i blocchi di roccia e cemento, ormai animata più dalla curiosità che dalla necessità di arrivare sull'altra sponda, mi sono trovata di fronte alle ferite lasciate dal passaggio di Alex, ancora ben lontane dal cicatrizzarsi. C’erano case che sembravano tagliate a metà, con ancora il letto fatto e la tavola con le sedie intorno in bella vista, macchine sommerse dai sassi, pezzi di lamiera ovunque.

 

I giorni seguenti, camminando per le strade del paese e poi per i sentieri che portavano al rifugio della Madonna della Finestra (in quel momento raggiungibile solamente a piedi perchè la tempesta si era portata via la strada), ascoltando i racconti delle persone del posto e guardandomi intorno, ricordo di essere stata fortemente scossa dalla scoperta di Alex. E così, due anni dopo, nella sala conferenze di un albergo di lusso nel cantone San Gallo, mi sono ritrovata a sentire la storia di Alex raccontata con i numeri, i modelli meteorologici e i termini tecnici, e non con le lacrime agli occhi di chi con essa aveva perso tutto. 

 

©Sofia Farina

Alex è stata una tempesta extratropicale prodotta da un processo di ciclogenesi esplosiva a partire da un sistema di bassa pressione a sud-ovest della Groenlandia. La tempesta ha attraversato il canale della Manica, muovendosi verso sud con un minimo barico che ha raggiunto i 970 hPa al suolo in breve tempo, e portando con sé venti con raffiche superiori ai 140 km/h. Il flusso da sud associato alla tempesta, ha trasportato aria umida e calda dal Mediterraneo verso le Alpi Marittime, generando precipitazioni intensissime (fino a 600 mm in 24 ore - e visto che siamo freschi delle alluvioni dell’Emilia Romagna, sappiamo cosa vuol dire). Il flusso è stato così marcato, che anche le zone del Piemonte che solitamente rimangono in ombra pluviometrica, mentre la maggior parte dell’acqua viene scaricata oltralpe, sono state soggette a precipitazioni di grande intensità, soprattutto nelle vallate del basso Piemonte, in particolare Valle Gesso, Valle Vermenagna e la Valle Pesio. 

 

Alex ha causato 5 vittime e innumerevoli danni strutturali su strade, ponti e abitazioni, e anche se la tempesta è stata dettagliatamente caratterizzata, rimane ancora oggetto di studi e ricerche, soprattutto per quanto concerne la dinamica che ha portato alla sua realizzazione, come quello presentato in questi giorni alla comunità internazionale.

©Sofia Farina

Parallelamente a questi studi, è stato portato avanti un progetto interreg dal nome Concert-Eaux con l’obiettivo di raccogliere le testimonianze dirette disponibili, dagli abitanti della vallata, da Tenda a Ventimiglia, da Moulinet a Sospel ed a tutti gli altri Comuni italiani e francesi, accomunati e coinvolti nella medesima catastrofe. Gli abitanti sono stati invitati a mandare le proprie testimonianze, filmati, fotografie, segnalazioni su quanto è successo, e le loro riflessioni e suggerimenti su quanto sia necessario fare per uscire a testa alta dall’emergenza e migliorare la vita di chi abita e lavora nel bacino idrografico del Fiume Roia. I risultati della raccolta sono consultabili presso il geoportale del progetto, disponibile a tutti a questo link: https://www.gishosting.gter.it/lizmap-web-client/lizmap/www/index.php/view/map/?repository=concerteaux&project=concerteaux .