Una lettera per ripensare lo sviluppo dell'Appennino Bolognese

Il comitato, a cui aderisce anche il Cai Emilia Romagna, ha inviato una lettera per chiedere un incontro al Presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini e agli assessori competenti

 

Lo scorso 8 Marzo il TAR dell’Emilia-Romagna ha respinto il ricorso del  comitato “Un altro Appennino è possibile”, contro la decisione di costruire una nuova seggiovia quadriposto sul Corno alle Scale, in area protetta, senza sottoporre il progetto a una Valutazione d’Impatto Ambientale
 
A diversi mesi di distanza, alla luce delle alluvioni che hanno colpito la regione nel mese di maggio, il comitato, a cui aderisce anche il Cai Emilia Romagna, ha inviato una lettera per chiedere un incontro al Presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini e agli assessori competenti per confrontarsi sui progetti che riguardano l’Appennino Bolognese e il Corno alle Scale. La lettera era stata inviata il 30 giugno scorso e nel momento in cui scriviamo non è ancora arrivata risposta.
 
«Questo silenzio ci lascia amareggiati e preoccupati perché testimonia il disinteresse degli amministratori regionali a imparare dai fatti e da “altri sguardi”, tra cui il nostro, nonostante il Comitato e le associazioni che lo costituiscono rappresentino una parte rilevante della società e contengano al loro interno significative competenze», fanno sapere dal comitato.
 

La lettera 
 


 
Al Presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini 
 
All’Assessore alla Transizione Ecologica Irene Priolo
 
All’Assessore al Turismo Andrea Corsini
 
All’assessore alla Montagna e alle Aree Interne Igor Taruffi 
 
 
Signor Presidente, Signori Assessori,
 
Vi scrivo, in nome e per conto del comitato “un altro Appennino è possibile” ed in particolare a nome delle sei associazioni firmatarie del ricorso al TAR (WWF Bologna metropolitana, CAI - Gruppo Regionale Emilia-Romagna, Mountain Wilderness, Italia Nostra Sezioni di Bologna e Modena, Trekking Italia sezione Emilia-Romagna e AsOER Ass.ne Ornitologi dell’E.R), che, come ben sapete, si è opposto alla decisione della regione E-R di non ritenere necessaria la Via per il progetto della nuova seggiovia dalla Polla al lago Scaffaiolo.
 
La recente sentenza del Tar ha respinto il nostro ricorso con motivazioni che riteniamo inadeguate sotto vari profili e il comitato non intende abbandonare la proposta culturale e politica per cui si è mosso. I drammatici eventi che hanno colpito così duramente la nostra regione impongono a tutti un grande impegno e una forte convergenza per sanare le ferite, ma la ricostruzione, per non essere cieca, richiede una profonda riflessione e radicali cambiamenti. E‘ necessario rivedere le strategie di tutela del territorio, abbandonando definitivamente attività che appaiono sempre più anacronistiche e addirittura fallimentari; a maggior ragione quando sono attività che vivono sulla immissione di denaro pubblico. Vi sono oltre duecento siti sciistici sotto i duemila metri abbandonati, cattedrali nel deserto che testimonino già oggi, se ancora ve ne fosse necessità, quanto l’idea della colonizzazione della neve e lo sfruttamento della montagna in quell’unica direzione sia stata anche devastante ed oggi non più sostenibile.
 
Cosa ci riserverà il futuro dal punto di vista climatico è certo, ce lo dice la scienza al di là di ogni ragionevole dubbio.
 
Come comitato sentiamo questa responsabilità e vogliamo farcene carico. Pertanto prima di procedere ad ulteriori iniziative, chiediamo a Lei ed agli assessori con deleghe direttamente inerenti ai problemi sollevati dal comitato, un incontro per verificare se quanto avvenuto in maggio in Romagna e le criticità presenti e pregresse della montagna possano indurre l’amministrazione regionale ad una modifica di orientamenti e di priorità, con particolare riferimento agli interventi per il rilancio dell’Appennino bolognese. 
 
Pur consapevoli dell’enorme impegno a cui siete sottoposti in questo periodo, Vi chiediamo un sollecito riscontro. Con l’auspicio di una possibile convergenza, cordiali saluti. per “un altro Appennino è possibile”