Per un nuovo turismo montano ai Prati di Tivo

Il Cai teramano, insieme a Mountain Wilderness Abruzzo e Wwf Teramo, esprime contrarietà ai progetti di pesante infrastrutturazione che interessano l'area. Alternative sostenibili sono possibili
«Se gli obiettivi sono questi, cosa c’entrano le proposte di pesante infrastrutturazione per arrivare ai Prati di Tivo che sono state presentate? Un trenino a cremagliera con partenza da Forca di Valle di Isola del Gran Sasso, una strada panoramica dall’uscita autostradale di Colledara e perfino una cabinovia o funivia da Montorio al Vomano». Non lascia adito a dubbi la presa di posizione congiunta delle Sezioni e Sottosezioni Cai della provincia di Teramo (oltre a quella del capoluogo, Castelli, Isola del Gran Sasso e Pietracamela), di Mountain Wilderness Abruzzo e di Wwf Teramo relativa ai 19 progetti proposti dalla Provincia e dai Comuni del teramano per essere finanziati con i fondi per la ripresa post Covid, a partire da quelli del Recovery Fund.

Fondi del “Next generation EU” per finanziare le opere

«Lo strumento per la ripartenza e la resilienza dell’Unione Europea è denominato “Next Generation EU” e guarda alle future generazioni con l’obiettivo di aiutare gli Stati membri ad affrontare l’impatto economico e sociale della pandemia, garantendo nel contempo che l’economia avvii le transizioni verde e digitale e diventi più sostenibile. Il tutto guardando alle future generazioni a cui dovremmo lasciare un mondo più sano perché, come ha detto Papa Francesco, è un’illusione credere di poter restare sani in un Pianeta malato», si legge nella nota congiunta delle associazioni. Associazioni che, dunque, non comprendono come possa essere proposta la tipologia dei progetti citati in apertura.
Gran Sasso Corno Grande
Il Corno Grande del Gran Sasso dai Prati di Tivo © Gennaro Pirocchi

Idee progettuali vecchie di decenni

«Come sempre, senza aver creato alcun momento di confronto e partecipazione, si è semplicemente comunicato un elenco di idee progettuali vecchie di decenni. In pratica si sono aperti i cassetti e sono stati tirati fuori i progetti più stravaganti degli ultimi 30 anni. Il tutto senza tenere conto che strade, trenini e cabinovie dovrebbero passare in alcune delle aree più vincolate d’Italia, considerato che siamo in un Parco nazionale, in una Zona di Protezione Speciale e in una Zona di Conservazione Speciale della Rete Natura2000 dell’Unione Europea».
Per Cai, Mountain Wilderness e Wwf questi progetti non sono assolutamente al servizio delle generazioni future, anzi aumenterà il debito nei loro confronti.
«Sono opere che non solo avranno un altissimo impatto ambientale, ma comporteranno enormi spese di esercizio, gestione e manutenzione. Il tutto per far arrivare 15/20 minuti prima in una stazione sciistica perennemente chiusa per mancanza di neve, per incapacità gestionali o per scarsa reddittività. Il problema dell’economia turistica delle aree montane non è creare nuove strade nel nulla per portarvi i turisti tanto velocemente quanto per farli fuggire, ma creare le attrattive per farli fermare».
Prati di Tivo Escursionisti
Escursionisti ai Prati di Tivo © Gennaro Pirocchi