Il bramito da bramare

Le escursioni a "caccia" del bramito dei cervi sono diventate una moda. Cerchiamo di capire il perché.

Le escursioni organizzate per ascoltare il bramito del cervo sono ormai diventate una moda. In questo periodo dell’anno, siti internet e pagine social di Parchi Nazionali, Parchi Regionali, accompagnatori naturalistici e guide escursionistiche propongono gite e passeggiate nei boschi di tutto lo stivale incentrate sul richiamo gutturale utilizzato dai grandi ungulati nella stagione degli amori per stabilire una gerarchia sociale che porterà soltanto il maschio alfa all’accoppiamento con le femmine del suo harem. Una sfida incruenta, a differenza di quanto succede per altre specie animali, che raramente sfocia in brevi duelli in cui due maschi finiscono per incrociare brevemente i palchi, ma che anima le foreste all’imbrunire di versi a metà tra il muggito e il ruggito e rappresenta un’indubbia risorsa turistica per le montagne. 

«Penso che sia la vibrazione emessa dalle grandi casse toraciche di questi maestosi animali a risvegliare emozioni forti tra gli appassionati che si iscrivono alle nostre escursioni». 

Bramito Cervo
Il bramito di un cervo © Diego Maffina

Chiara Bellando è una guida dei Parchi delle Alpi Cozie, Provincia di Torino, dove tutti i fine settimana fino alla prima metà di ottobre sono in programma accompagnamenti guidati alla ricerca del bramito in varie zone delle aree protette. 

«Il fatto di avventurarsi nella foresta quando viene buio, in silenzio, e acquattarsi in un luogo nascosto in attesa del primo richiamo è già un’esperienza molto suggestiva. Poi, se si ha la fortuna di trovarsi nel punto giusto, il riecheggiare dei richiami da un versante all’altro di un vallone tocca certe corde che riconnettono l’essere umano al suo stato più primordiale di naturalità. È difficile da descrivere perché ogni partecipante vive questi momenti in maniera diversa, ma l’elevata adesione a queste proposte e il fatto che le persone tornano da un anno all’altro, è il segno che c’è qualcosa di profondamente evocativo dietro a un semplice verso». 

Ma, nonostante la moda e la relativa facilità con cui è possibile avventurarsi a “caccia” di bramiti, si tratta di un’attività da svolgere con cautela per motivi di sicurezza e di rispetto degli animali. Meglio quindi farsi accompagnare da personale qualificato. 

«I maschi di cervo in questa stagione sono particolarmente stressati – prosegue Bellando – e devono essere disturbati il meno possibile per non interferire nella fase più complessa e delicata, cioè la riproduzione della specie. Dobbiamo anche ricordarci che stiamo entrando in casa loro, in un momento di particolare intimità. E se siamo in un Parco, dobbiamo assicurarci di non interferire con le attività scientifiche dei guardiaparco che spesso utilizzano il periodo del bramito per operazioni di monitoraggio. Per questo motivo le nostre escursioni iniziano sempre nel primo pomeriggio quando raccogliamo i partecipanti e forniamo loro informazioni e nozioni sul re della foresta, sulle sue abitudini, la sua biologia e sulle precauzioni da mettere in atto per non destabilizzarli. Poi si parte a piedi per giungere al tramonto nella zona più indicata dove ascoltare i richiami. Il risultato non è garantito anche se spesso i cervi si riescono anche a vedere con un semplice binocolo. Se ci si trova in prossimità di un rifugio, perché non fermarsi a consumare uno spuntino per rendere più completa l’esperienza sensoriale? A conclusione della serata, il rientro a valle avviene al buio, con solo le luci frontali a indicarci il cammino. Una maniera semplice ma straordinaria per godere di una giornata in montagna fuori orario e fuori stagione».