Futuro dell'industria dello sci, un incontro a Cortina

Le prospettive dello sci alpino per l'economia della montagna saranno al centro dell'incontro di stasera a Cortina, che si potrà seguire anche online. Tra i partecipanti, il presidente della Commissione centrale tutela ambiente montano del Cai Raffaele Marini
Un tavolo per analizzare le sfide che attendono uno dei pilastri dell'economia montana degli ultimi 40 anni. Questo l'obiettivo dell'evento “Industria dello sci, quale futuro?”, che si terrà stasera alle 20.30 a Cortina d'Ampezzo, presso la Ciasa de ra Regoles in via Frenademez, 1. Organizza il negozio "Patagonia Cortina". Lo sviluppo turistico e sciistico sulle Dolomiti, con le Olimpiadi alle porte, è un tema delicato e complesso. Da qui nasce l'idea di una tavola rotonda composta da esponenti delle varie realtà coinvolte, per cercare di promuovere un confronto e di stimolare il ragionamento critico. Lo sci alpino è ancora l’unica carta per l’economia della montagna? Questa è la domanda alla quale i relatori tenteranno di rispondere. Tra loro ci sarà Raffaele Marini, presidente della Commissione centrale tutela ambiente montano del Cai, che interverrà su delega del Presidente generale del Cai Vincenzo Torti. L'elemento centrale del suo intervento riguarderà il recente documento “Cambiamenti climatici, neve e industria dello sci”, che riassume la posizione del Sodalizio su questi tem. Gli altri relatori saranno Umberto Martini (docente di economia e gestione delle imprese all'Università di Trento), Stefano Illing (presidente consorzio Cortina Delicious e consigliere Anef Veneto), Luigi Borgo (presidente collegio maestri di sci del Veneto) e Silverio Lacedelli (esperto di scienze forestali). Modera Duccio Facchini, direttore di Altreconomia. Nella presentazione dell'evento leggiamo:
«La sfida che attende la classe dirigente attuale è immaginare un futuro all’economia di montagna che tenga in considerazione anche fattori per nulla marginali, come il cambiamento climatico, la crisi economica e quella energetica, senza dimenticare i cambiamenti sociali e un mercato del lavoro che deve far fronte alle crescenti aspettative di qualità della vita delle nuove generazioni. Chi saprà gestire e investire nel cambiamento, probabilmente avrà buone probabilità di successo. Da dove cominciare? Soluzioni miracolose, facili ed indolori sono un’illusione. Instaurare un dialogo costruttivo e trasparente, con l’obbiettivo di condividere e discutere di proposte e idee, potrebbe già essere un buon inizio».
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