Appunti di Natura. L'espansione dello sciacallo dorato

Sciacallo dorato © Renato Pontarini
Sciacallo dorato © Renato Pontarini

Proprio un mese fa, mentre pubblicavamo un articolo che parlava dei vent'anni da quando il lupo Ligabue, investito sulla tangenziale di Parma, aprì la strada allo studio del lupo e alla consapevolezza della sua diffusione ormai ubiquitaria in pianura padana, per ironia della sorte sulla stessa tangenziale veniva investito uno sciacallo dorato. Cogliamo l’occasione dunque per parlare di questo cugino del lupo, che anch’esso in pochissimi anni è tornato a ripopolare la pianura Padana ed è probabilmente ora nella sua fase di più veloce espansione. 

 

Lo sciacallo dorato è un canide di dimensioni intermedie tra quelle del lupo e quella della volpe, che fino alla fine del Novecento era segnalato solo nell’Europa orientale. La prima segnalazione per l'Italia è del 1988 in provincia di Belluno, da lì l’animale si è lentamente espanso un po' in tutto il nord-est del paese; è stata molto più recente e più rapida invece, l'espansione al resto del nord Italia, dapprima a nord del Po fino al Piemonte (diverse segnalazioni negli anni 2000) e a partire dal 2017 anche a sud del Po, a partire dalla bassa bolognese e modenese. La specie condivide spesso l’habitat con il lupo, ma questo risulta essere dominante negli ambienti più integri, mentre lo sciacallo appare più adattabile in aree periurbane e ambienti di minor qualità. La veloce espansione verso ovest ha portato all’individuazione di un primo nucleo riproduttivo nella pianura parmense nel 2021, cui ha fatto seguito il recupero di un primo esemplare investito in provincia di Parma (Sorbolo) nel 2022, una femmina conservata dopo l’imbalsamazione ai musei civici di Reggio Emilia.

 

Nessuno in pratica però si era accorto del suo arrivo, si tratta di una specie molto difficile da osservare, che si muove praticamente solo di notte; tra le sue prede piccoli mammiferi, topi, arvicole, lepri, ma si nutre anche di carcasse che trova soprattutto lungo le strade. La coda è più corta di quella di una volpe mentre le zampe sono più lunghe e può arrivare a pesare anche oltre 16 kg; è specie protetta da tutte le normative: comunitarie nazionali e regionali. Vale la pena di specificare che non deve in alcun modo destare preoccupazione per le sue possibili interferenze con l’uomo e con le sue attività, per la sua taglia ridotta e le sue abitudini alimentari. Per quanto riguarda lo sciacallo investito 15 giorni fa a Parma, a differenza di quello che avvenne per il lupo Ligabue, non è stato possibile purtroppo mettere un radiocollare perché l’animale è stato ritrovato già morto. Lo studio delle abitudini di questi canidi attraverso il radiocollare è in ogni caso già partito per interessamento dell'Università di Udine che nel 2019 ha monitorato un esemplare recuperato in Friuli, e sul finire del nel 2023 ha “radiocollarato” due esemplari emiliani (tra Reggio Emilia e la Romagna). Dunque anche i segreti della vita di questi nostri nuovi vicini di casa saranno presto svelati, e non mancheranno sicuramente di regalare sorprese, che la Natura distribuisce sempre senza parsimonia a chi la studia.