Le torbiere alpine: santuari di biodiversità e custodi del clima

Immersi tra le vette maestose delle Alpi, esistono degli habitat sorprendentemente ricchi e preziosi: le torbiere.

Appaiono spesso come una coltre di morbidi muschi verdi, gialli e rossi che circondano specchi di acqua, con batuffoli bianchi che spuntano, rare piante carnivore e libellule che lì trovano la culla per completare il loro ciclo vitale. Queste aree umide, piuttosto rare in Italia, forniscono servizi ecosistemici di incredibile valore. Giocano, infatti, un ruolo cruciale nella lotta contro i cambiamenti climatici, nella conservazione di reperti storici e fungono da rifugio per una biodiversità peculiare.

Le torbiere, come suggerisce il nome, contengono la “torba”: un materiale che si forma per decomposizione incompleta di materiale organico, principalmente resti di piante, in condizioni di saturazione d'acqua e quindi povere di ossigeno. Per questa loro caratteristica, le torbiere svolgono un ruolo cruciale nel sequestro del carbonio, immagazzinando circa il doppio del carbonio presente in tutte le foreste del mondo sebbene costituiscano solo il 3-4% della superficie terrestre. Contribuiscono così in maniera importante al contrasto dei cambiamenti climatici.

Questi habitat agiscono anche come importanti regolatori della risorsa idrica, filtrando l'acqua piovana e contribuendo a mantenere costanti le riserve idriche. Durante le piogge intense, sono in grado di trattenere l'acqua in eccesso, riducendo il rischio di inondazioni a valle.

© Marco Bacenetti

Grazie alla presenza di materiale organico solo parzialmente decomposto, nella torba rimangono intrappolati i pollini, i semi, il legno e altri resti organici fossilizzati (a volte anche resti umani). Le torbiere costituiscono quindi importanti archivi storici, fondamentali anche per ricostruire il clima e l’ambiente del passato.

Inoltre, nelle torbiere alpine vivono specie di piante e animali estremamente specializzate, molte delle quali rare o in pericolo di estinzione. Tra queste, vi è ad esempio la Drosera rotundifolia, una piccola pianta erbacea le cui foglie secernono gocciole di un liquido in grado di intrappolare piccoli insetti. Tra le specie presenti in questi habitat, vi sono anche molti “relitti glaciali”: specie adattate a climi freddi boreali che nel periodo glaciale rimasero isolate in pochissime montagne dell’Europa Meridionale libere dai ghiacci. In seguito alle glaciazioni, alcune specie rimasero rifugiate qui, soprattutto in ambienti con microclimi freschi e con bassa competizione con le altre specie (come le torbiere).

In Europa, le torbiere sono distribuite soprattutto nelle regioni settentrionali, dove le temperature sono più basse e le precipitazioni più abbondanti. In Italia, sono habitat molto più rari e isolati tra loro. Le troviamo soprattutto sulle Alpi e sull’Appennino settentrionale. Pertanto, il nostro territorio rappresenta il confine meridionale della distribuzione di queste aree umide. Anche per questo, le torbiere sono habitat particolarmente a rischio in Italia. Infatti, nonostante il loro valore ecologico e climatico, sono minacciate da vari fronti. Il cambiamento climatico, con il riscaldamento delle temperature e l'alterazione dei regimi delle precipitazioni, minaccia di sconvolgere l'equilibrio delicato che sostiene queste aree umide. Il loro disseccamento rischia però di farle diventare sorgenti emissive di anidride carbonica, a causa dell’instaurarsi di reazioni che liberano il carbonio immagazzinato nella torba. Inoltre, attività umane come l'agricoltura, la silvicoltura e il turismo -  quando si svolgono in prossimità delle torbiere - contribuiscono a degradare o distruggere questi habitat fragili.

Tutelare le torbiere alpine significa tutelare un serbatoio di biodiversità e il suo ruolo di contrasto ai cambiamenti climatici.  

Drosera rotundifolia © Pixabay